Alitalia, azionisti italiani: nulla di concreto con nessuno

Ma potrebbe spuntare anche l’ipotesi Emirati Ethiad, con cui Alitalia ha già accordo commerciale

E' partito il ‘toto-quote' di Alitalia dal momento che dal 12 gennaio gli azionisti italiani potranno decidere di vendere le proprie quote a terzi anche se qualunque mossa, almeno fino al 28 ottobre, resta vincolata all'approvazione del cda. E così, dopo la smentita di Air France-Klm, arriva anche quella di Immsi, la holding di Roberto Colaninno che detiene il 7% del capitale di Alitalia, che su richiesta della Consob "smentisce l'esistenza di trattative in corso aventi ad oggetto la cessione" della quota, e riferendosi alle indiscrezioni di stampa "ritiene che possano avere influenzato l'andamento del titolo", in forte rialzo ieri a Piazza Affari.
Intanto il tema è entrato a pieno titolo nel dibattito della campagna elettorale. Corrado Passera, che nel 2008 con Intesa SanPaolo ha guidato la cordata di imprenditori italiani, commentando l'ipotesi di cessione di Alitalia ad Air France su Twitter ha detto: "Parliamone a fondo, quando avremo tutti gli elementi". Alla finestra intanto c'é anche la compagnia degli Emirati Ethiad, che con Alitalia ha già un accordo commerciale.
Gli azionisti della cordata tricolore escludono comunque che ci siano trattative concrete: al momento non si è discusso né con Air France, né con altri vettori o soggetti, spiega Cosimo Carbonelli D'Angelo, che detiene il 3,1%. "Queste voci possono avere un senso, un domani potranno essere plausibili, ma ora non c'é un'oggettiva valutazione o un dibattito interno alla società", spiega l'imprenditore napoletano. 
Dietro le quinte, intanto, si starebbe studiando l'ipotesi di aggregare le quote degli azionisti italiani, attraverso un fondo azionario o un azionista italiano del settore dei trasporti.

 

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