Entra nel vivo l’esame avviato dalle Ferrovie dello Stato sul dossier Alitalia. Dopo aver presentato venerdì una manifestazione di interesse non vincolante, che ha permesso l’accesso alla ‘data room’, l’ad Gianfranco Battisti ha incontrato i commissari straordinari per fare il punto sulla situazione. Intanto, il titolare dei Trasporti Danilo Toninelli conferma l’obiettivo di chiudere (e “bene”, assicura) la partita rispettando il termine di fine ottobre.
Su tutto il progetto si attende anche che si pronunci il titolare del Tesoro Giovanni Tria, cui avrebbe chiesto il via libera la stessa Fs, di cui il Tesoro è azionista unico. L’altra società controllata dal Mef tirata in ballo per l’operazione, Cdp (cui il vicepremier Luigi Di Maio vorrebbe far finanziare il rinnovo della flotta), al momento non ha ufficialmente sul tavolo nessuna richiesta di intervento. Restano vigili i sindacati, con la Uiltrasporti che promette di dare battaglia a chiunque voglia fare offerte per ridimensionare la compagnia. “Serve la partecipazione dello Stato e il coinvolgimento dei lavoratori nel controllo della sua gestione e serve un partner industriale-finanziario internazionale, cha abbia come obiettivo lo sviluppo di Alitalia”, sottolinea il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi.
Ma i lavoratori guardano con attesa anche all’incontro di domani, venerdì 19 ottobre, al ministero del Lavoro per il rinnovo della cigs: l’azienda ha chiesto nuova cassa fino al 23 marzo 2019 per 1.570 dipendenti, numero che i sindacati puntano a ridurre.
Oggi, invece, il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi ha lanciato l’idea di un referendum per chiedere agli italiani “se vogliono pagare di tasca propria per Alitalia”. “Diciamo no – sottolinea – a uno Stato che crede di poter rigestire il trasporto aereo” , afferma e ricorda che “abbiamo profuso sei volte l’ammontare di quello che il Venture Capital dà alle start-up in un anno e tutto questo per un vettore che perde 1,2 milioni di euro al giorno” .
