Alitalia, Calenda boccia la soluzione Fs; va venduta a operatore internazionale

“Penso che la soluzione Ferrovie dello Stato non stia né in cielo né in terra, anche perché le perdite di Alitalia equivalgono ai profitti di Fs, quindi stiamo costruendo un meccanismo destinato a indebolire tutte e due le compagnie, se viceversa ci sarà la Delta, si tratterà di un percorso molto interessante”. Carlo Calenda, esponente Pd ed ex ministro dello Sviluppo economico, commenta così gli ultimi passaggi della procedura di vendita della compagnia di bandiera.

Due le offerte arrivate e una manifestazione di interesse: sono rispettivamente di Fs, opzione spinta dal governo, Easyjet e dell’americana Delta Airlines. Entro il 15 dicembre andranno restituiti i 900 milioni più interessi del prestito ponte concesso dallo Stato alla compagnia, anche se si va verso una proroga della scadenza. “Al giorno delle mie dimissioni il prestito ponte era intatto – continua Calenda – però ci sono vari problemi, c’è il petrolio molto alto e con il mercato delle low cost Alitalia è troppo piccola per restare da sola, Alitalia deve essere venduta a un operatore internazionale altrimenti il rischio è di montare un’ennesima operazione di italianità che finisce per far spendere soldi agli italiani oltre ai 9 miliardi già spesi fino a oggi”.

Anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commenta un eventuale ingresso di Fs in Alitalia. “Occorre un partner industriale per Alitalia e occorre avere una società efficiente nell’interesse dell’Italia e della stessa società e dei lavoratori. Fare altre operazioni che possono generare perdite, che poi pagano gli italiani, – conclude – non mi sembra che possa far parte di un presente e di un futuro dell’Italia”.

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