Conclusa la fase uno, quella del salvataggio, riuscito, di Alitalia, il presidente Roberto Colaninno insieme all’amministratore delegato Rocco Sabelli possono lanciare la fase due. Quella in cui Alitalia si prepara a sfidare le compagnie low cost e insidiarle nel loro mercato di riferimento, i piccoli aeroporti. Puntando, quindi, a un piano di sviluppo centrato sugli scali "di secondo e terzo livello". La compagnia punta "ad estendere la copertura" su quegli “aeroporti, anche piccoli, che sono stati un terreno fertile per le low cost" anche grazie ad accordi e sovvenzioni a livello locale ha detto Sabelli in una audizione presso la Commissione Trasporti della Camera. "Stiamo andando a prenderci quote di questo mercato", ha spiegato parlando degli accordi già raggiunti con gli scali di Torino e Venezia, e preannunciando progetti imminenti su Bari e Brindisi, e accennato a contatti in corso con Perugia, Catania-Comiso, Crotone e Alghero. Il gruppo Alitalia non avrà una sua compagnia low cost pura, "non può essere più cose insieme": punta al mercato economy specializzando "il brand di Air One con una struttura di prezzo e di livello di funzionamento assolutamente competitiva".