Il rincorrersi di ipotesi su una probabile alleanza tra Alitalia e una compagnia forte fa correre il titolo in Borsa. Il mercato sembra aver ritrovato fiducia dopo il forte deprezzamento inflitto da un andamento in calo per mesi. L’inversione di rotta è scattata il 9 novembre: da quel giorno (0,744 euro), rispetto al prezzo di riferimento registrato fino a ieri (0,8961), il titolo ha guadagnato il 20,4%. Intanto, tra le diverse soluzioni, la più naturale appare ancora il rafforzamento della partnership con Air France-Klm mentre si continua a parlare anche della possibilità di una alleanza “interna”, (ricorre l’ipotesi AirOne) come primo passo per rafforzare la compagnia ed acquisire così un diverso peso contrattuale prima di trattare un accordo con un partner straniero. L’accordo con AirOne potrebbe essere anche la strada per guardare ad una intesa con Lufthansa. A completare la rosa di ipotesi, non perde fascino quella di una alleanza ad Oriente: nei giorni scorsi si è parlato di Air China, e di trattative informali con Thai, smentite da Alitalia. Secondo Michael O’Leary, simbolo del successo delle compagnie low cost, fondatore ed oggi amministratore delegato di Ryanair, l’unico modo per salvare Alitalia “è liberarla dalla politica. Dovrebbe – aggiunge – diventare un’azienda privata, aumentare il business e abbassare i costi fissi”. Perderla, invece, “sarebbe un peccato, perché è una buona compagnia”, ma “ovunque mette le mani un governo, la situazione precipita”. Intanto, i sindacati hanno confermato lo stop degli assistenti di volo previsto per il 15 dicembre.