Un’Alitalia debole non può sopravvivere. Per questo bisogna spingere sul pedale dell’acceleratore e farla tornare ad essere tra le migliori compagnie d’Europa. E’ questo l’impegno che i vertici dell’aviolinea stanno portando avanti e di cui hanno voluto rendere partecipi anche tutti i dipendenti, dopo le dimissioni dell’ad Silvano Cassano ad appena nove mesi dal decollo della nuova compagnia nel corso di una grande convention in un hotel a due passi dalla vecchia sede della Magliana.
“Dopo l’uscita dell’ad il piano non cambia di una virgola “, ha assicurato presidente Luca Cordero di Montezemolo, che dalle dimissioni di Cassano ne ha preso ad interim i poteri, confermando gli obiettivi “al millimetro”, a partire da quello di arrivare all’utile nel 2017. “Con le unghie e con i denti e con la volontà di accettare il cambiamento ce la faremo”, ha promesso Montezemolo che su questa sfida ha deciso di metterci “la faccia ma anche la camicia, e alla camicia ci tengo”, ha detto ricordando quanto accaduto ai manager della cugina Air France.
Accanto a lui il vice presidente James Hogan che ha indicato la necessità ora di “accelerare” e ha assicurato il sostegno dei soci arabi di Etihad (49%): “Siamo impegnati, non abbiamo una exit strategy e il fallimento non è un’opzione. Noi vi diamo i mezzi per essere la migliore della classe ma il compito spetta a voi”. Quindi Hogan ha indicato le prossime tappe, dagli investimenti (oltre 190 mln nella flotta nei prossimi 18 mesi) alle nuove rotte, dal rinnovo delle cabine alle nuove uniformi entro la prossima estate. E poi il mantra del “vendere”, il cambio di cultura, la sfida a Ryanair (“non dobbiamo permetterle di avere successo, la bloccheremo insieme ai partner”).
Non è mancato il riferimento alla situazione di Fiumicino, hub della compagnia: “Non è più accettabile la situazione che c’è oggi”, ha detto Montezemolo, assicurando però che “lo spirito è cambiato” e si sta lavorando tutti insieme per migliorare.