Con il rientro del fondo nordamericano Matlin, i concorrenti in gara per la privatizzazione di Alitalia tornano a essere tre. Accanto all’ Ap holding di Carlo Toto e ad Aeroflot-Unicredit è stato ammesso alla due diligence e alla data room, il cui termine di chiusura è slittato dal 13 al 28 giugno, anche Matlin, che sino a fine maggio era in cordata con l’altro fondo Usa Texas Pacific Gruop e Mediobanca, prima che i due soggetti annunciassero il ritiro dalla gara. Resta confermata (al momento non vi sono indicazioni contrarie), la scadenza del 2 luglio prossimo per la presentazione delle offerte vincolanti, anche se alcuni concorrenti, Aeroflot in testa, spingerebbero per uno slittamento dei termini. E sempre Aeroflot, per bocca del suo vice ad Lev Koshlyakov, annuncia che il rientro di Matlin “potrebbe influenzare le decisioni della compagnia russa”. Convinto che Aeroflot, a dispetto delle voci su un possibile disimpegno, presenterà la sua offerta, il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. “La gara va avanti comunque – afferma – anche se dovesse rimanere un’offerta sola, ma credo che ci sarà anche un’offerta di Aeroflot”. A insidiare l’interesse di Aeroflot per Alitalia, vi sarebbe però la compagnia serba Jat, sul cui 75% si spingono le mire di Aeroflot. Jat sarebbe un obiettivo molto meno ambizioso ma meno problematico, secondo la stampa russa, convinta che le voci su un possibile ritiro del vettore guidato da Valery Okukov, siano state fatte circolare ad arte per spingere l’altro concorrente Air One, “a rinunciare anch’esso e permettere così la convocazione di una nuova gara con termini più favorevoli”.