Alitalia, Tesoro: in gara rimangono in cinque

La sfida è tra AirOne, M&C, Unicredit, Tpg e Matlinpatterson

Sono rimasti in cinque i candidati ancora in gara per la privatizzazione di Alitalia. Il Tesoro ha chiuso così la prima selezione delle undici manifestazioni di interesse presentate lo scorso 29 gennaio, fissando per la prima metà di aprile il termine per la presentazione delle prime offerte, quelle ancora non vincolanti. In campo restano i “big”, gli unici che potevano soddisfare le richieste del Tesoro, in particolare per la solidità patrimoniale. Sono Ap Holding, la società del presidente di AirOne Carlo Toto, che può contare sulla progettazione di Banca Intesa per il sostegno finanziario dell’operazione. C’e il fondo salvaimprese di Carlo De Benedetti, Management & Capitali, in cordata con Cerberus European Investments, Elq Investors e Lefinalc. E c’é Unicredit Banca Mobiliare, la banca di investimento del gruppo guidato da Alessandro Profumo. In gara anche Texas Pacific Group Europe, la “succursale” europea del colosso americano del private equity che gestisce nel mondo oltre 30 miliardi di dollari. E il fondo di investimenti MatlinPatterson. La privatizzazione di Alitalia entra quindi nel vivo con questi cinque protagonisti. Il Tesoro, con gli advisors (Merrill Lynch per gli aspetti finanziari, Bain & Company Italia per quelli industriali, e lo studio legale Chiomenti per gli aspetti legali), avvierà ora un confronto diretto sulle possibili offerte economiche, ma anche su strategie e piani industriali, e sulle garanzie per la tutela degli interessi pubblici (occupazione, qualità del servizio, italianità) che il governo intende imporre.

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