Alitalia a un bivio, commissari fanno il punto alla Camera

Per l’offerta vincolante non è escluso un altro mini slittamento. Ma l’intera operazione arriverà al closing entro il primo trimestre del 2020. È questo l’orizzonte fissato dai commissari straordinari di Alitalia, che ora attendono che Ferrovie dello Stato sciolga la riserva sul partner industriale, scegliendo tra Delta, individuata da tempo, e Lufthansa, su cui sono in corso “approfondimenti”. Nonostante l’incertezza della trattativa, tuttavia, la compagnia registra risultati in crescita, con ricavi in aumento e un fatturato che anche quest’anno supererà i 3 miliardi. Cala però l’Ebitda, su cui pesa il caro-petrolio.

I commissari straordinari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari, arrivati al giro di boa dei due anni e mezzo di gestione, fanno il punto sulle trattative e sullo stato di salute della compagnia in audizione alla Camera sul decreto fiscale (che contiene una nuova tranche da 400 milioni di prestito ponte).

“Operare in condizioni così di incertezza non è semplice e stare su un mercato in un settore così dinamico e turbolento non è facile”, esordisce Paleari, dimostrando attraverso i numeri come si sia comunque riusciti a stare sul mercato pur in una situazione di “estrema difficoltà”: nel primo semestre i ricavi sono pari 1,443 miliardi, con un +3% rispetto al 2018 e +7,7% dal 2017 (che sale al +14,2% in due anni se si guarda al lungo raggio); l’Ebitda è negativo per 164 milioni, in peggioramento da -124 del primo semestre 2018, per l’aumento del costo del petrolio (52 milioni in più per il carburante); crescono gli investimenti (201 milioni nel 2019 dai 183 del 2018); cala il costo dei contratti di leasing (-29% in due anni); in cassa al 31 ottobre ci sono 315 milioni; i dipendenti sono 10.847 e la flotta chiuderà l’anno a quota 113 aeromobili.

Intanto sul fronte della trattativa, che va avanti da “tanto tempo” e ha portato l’amministrazione straordinaria “molto oltre i limiti consentiti”, osserva Discepolo, a questo punto il termine del 21 novembre per l’offerta vincolante diventa “essenziale”. Ma nell’agenda i commissari hanno un’altra ‘deadline’ ancora più importante: il primo trimestre 2020 per concludere tutti gli step (autorizzazione antitrust, trattativa sindacale e autorizzazione sugli aiuti di Stato) per il trasferimento degli asset. E proprio per arrivare tranquilli al 31 marzo serviranno gli ulteriori 400 milioni del prestito. Per rispettare i tempi sono anche in corso dei tavoli di lavoro con Fs e Atlantia, entrambe – assicurano i commissari – pienamente coinvolte nell’operazione.

 

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