Alitalia ha l’ultima occasione possibile per salvarsi. In cassa, a fine settembre, potrebbero rimanere solo 30-50 milioni di euro. Per evitare il fallimento, i tempi sono strettissimi: o si raggiunge entro metà settembre un accordo condiviso con i sindacati sull’offerta che sarà accettata dall’azienda o il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, dovrà portare i libri in tribunale. Il faccia a faccia sul futuro dell’Alitalia partirà giovedì prossimo con l’analisi del piano industriale – già consegnato dalla cordata guidata da Colaninno a Fantozzi – e solo dopo si parlerà di esuberi. Una decisione che rispetta la richiesta dei sindacati, i quali però dovranno chiudere una trattativa che dovrà essere "incisiva" entro il fine settimana successivo. E’, in sintesi, il contenuto dell’incontro di ieri tra le sigle sindacali presenti in azienda e i rappresentanti del governo.
Alitalia, ha stimato Fantozzi, a fine agosto aveva in cassa 195-200 milioni di euro, che a settembre scenderebbero a 30-50 milioni (Alitalia ha appena pagato 50 milioni alla Iata, per non interrompere il servizio di biglietteria internazionale). Quindi, prima piano industriale e poi occupazione ed esuberi. Apprezzamento da parte dei sindacati per il metodo di avvio del confronto ma, per un giudizio complessivo, si attende quella che sarà molto probabilmente una trattativa non-stop sul piano industriale. E dal premier Silvio Berlusconi arriva un monito: “i sindacati non potranno che accettare il piano di salvataggio di Alitalia visto che l’unica alternativa è quella di mettere per strada ventimila persone”.