Dopo il fallimento dell’asta lanciata dal Tesoro per cedere ai privati il controllo di Alitalia, arriva puntuale l’altolà dell’Unione europea. Questa volta Alitalia non potrà essere salvata con nuove iniezioni di fondi pubblici. A spiegare il perché del “no”, Michele Cercone, portavoce del commissario Ue ai trasporti Jacques Barrot. “Già in passato la Commissione europea ha autorizzato aiuti per il salvataggio della compagnia in base al principio ‘one time-last time’ (una volta, ultima volta) e questo impedisce che ne vengano autorizzati altri”. L’ultimo confronto Roma-Bruxelles su Alitalia risale al biennio 2004-2005, quando il tormentato via libera della Commissione europea arrivò nonostante le insistenti proteste della concorrenza e solo dopo aver ottenuto dallo Stato italiano l’impegno che si sarebbe comportato come un investitore operante in una economia di mercato. Di veri e propri aiuti di Stato, per un ammontare pari a 2.750 miliardi di lire, si parlò invece esattamente dieci anni fa, ovvero nel 1997, in occasione dell’approvazione, sempre a Bruxelles, di un altro piano di salvataggio e rilancio dell’Alitalia.