La gara è fallita. A più di sette mesi da quando il governo ha annunciato di voler cedere il controllo ai privati, ed a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti (23 luglio) anche l’ultimo concorrente rimasto in corsa si è ritirato, ed il Tesoro ha formalmente chiuso la procedura. Per le sorti di Alitalia il governo riparte quasi da zero. Con “diverse ipotesi in campo”, dice il presidente del Consiglio Romano Prodi. Una sola indicazione filtra da Palazzo Chigi: è esclusa la possibilità di ricorrere al percorso previsto dalla legge Marzano per la ristrutturazione delle grandi aziende in crisi, con il commissariamento. Per tutti i candidati troppo vincolanti le condizioni poste dal Tesoro che a detta di Air One “non consentono la realizzazione di un piano forte di risanamento e rilancio di Alitalia”. Intanto, dopo la decisione del Tesoro è stato subito convocato un consiglio di amministrazione, per domani, venerdì 20 luglio, mentre tutte le sigle chiedono al governo di aprire subito un “confronto serrato”. “Un risultato scandaloso”, dice il leader della Cisl Raffaele Bonanni. “Non vorremmo scoprire che l’unica strategia à la liquidazione”, dice il numero uno della Uil, Luigi Angeletti. Tra le ipotesi più probabili per la cessione del controllo ai privati si pensa a una trattativa diretta con Air France-Klm e Lufthansa tra i candidati più accreditati ma attenzione ai protagonisti della gara che non escludono la possibilità di ritornare in scena.