Biglietti Alitalia su volo Carpatair, Colaninno a processo

C’è un nuovo sviluppo nell’indagine sull’aereo che partì da Pisa il 2 febbraio dello scorso anno e finì fuori pista a Fiumicino. Il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno e altre sei persone, sono accusati di concorso in truffa per aver venduto biglietti apparentemente forniti da Alitalia per un volo che in realtà era effettuato dalla compagnia romena Carpatair.

Dopo l’incidente furono sollevate polemiche dopo alcuni scatti che ritraevano la fusoliera del velivolo la sera stessa dell’incidente e la mattina dopo: scomparsa la livrea tricolore comparve la bandiera romena. “Una prassi che si usa in questi casi per motivo di decoro aziendale”, spiegò allora Alitalia. E anche oggi l’azienda, esprimendo massima fiducia nella magistratura, ha ribadito in una nota “di avere operato correttamente, nel totale rispetto della normativa nazionale e internazionale che disciplina la vendita di biglietti per voli operati da altri vettori aerei in regime di noleggio (wet lease) o di codeshare”.

Oltre a Colaninno citati a giudizio anche altri soggetti che al 3 febbraio dell’anno scorso ricoprivano ruoli nella compagnia di bandiera tra cui anche l’allora amministratore delegato, Andrea Ragnetti. Secondo la Procura di Civitavecchia i sette sono accusati di aver riportato sui titolo di viaggio e “sull’allegata documentazione solo la denominazione Alitalia, facendo applicare al mezzo le insegne Alitalia e l’arredamento riportante il logo Alitalia nonché al personale di bordo le divise con il segno distintivo medesimo”. In questo modo, secondo l’accusa, hanno indotto in errore “tutti i fruitori del servizio relativo al volo in primis i consumatori” che se “correttamente informati, non avrebbero provveduto all’acquisto dei biglietti”. Tutto ciò ha prodotto per Alitalia “un ingiusto profitto derivante dalla stipulazione di contratti di trasporto aereo”. 

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