Anche a causa del continuo aumento del costo del carburante, la compagnia aerea ungherese Malev stinge la cinghia. Intanto licenziando con effetto immediato 400 persone dall’effettivo totale di 2.500, secondo taglio di personale dopo che la compagnia di bandiera magiara è stata venduta nel 2007 alla società russa Air Bridge di proprietà di Boris Abramovic. Il licenziamento comporterà un risparmio di due miliardi di fiorini (8,7 milioni di euro), ma la sopravivenza della compagnia è sempre a rischio secondo gli esperti. E infatti i vertici della compagnia hanno già annunciato che i Boeing 737 saranno sostituiti con aerei meno costosi, Bombardier, e saranno soppressi i voli oltreoceano (Toronto e New York).