Il Mise tenta una nuova strategia per salvare Alitalia

È il momento di una svolta nella trattativa con Bruxelles per salvare Alitalia. Il ministero dello Sviluppo economico ha parlato apertamente di “stallo delle negoziazioni” con la Commissione europea e ha indicato la necessità di una “nuova strategia di azione” da concertarsi con i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, per permettere la continuità operativa della compagnia aziendale. È stato questo il messaggio che è arrivato al termine di un incontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e i tre commissari straordinari, Giuseppe Leogrande, Daniele Santosuosso e Gabriele Fava. Fuori dal palazzo, i manifestanti protestavano contro il mancato pagamento degli stipendi di marzo e per chiedere un vero rilancio, non una compagnia “bonsai”.

I sindacati spingono per forzare la mano nella trattativa, per far decollare la newco Ita in tempo per la stagione estiva, anche a rischio di essere sanzionati per l’infrazione. “Occorre partire da subito con una nuova compagnia in grado di competere”, hanno dichiarato i segretari generale di Uitrasporti, Claudio Tarlazzi, e di Fit Cisl, Salvatore Pellecchia. Mentre il segretario nazionale del Filt Cgil Fabrizio Cuscito si è domandato quanto peso abbiano sull’atteggiamento intransigente dell’Ue “le lobby delle grandi compagnie”.

Sul fronte delle retribuzioni, una rassicurazione è arrivata dal sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, che ha ricevuto una delegazione sindacale al ministero e comunicato che sono stati sbloccati i 24,7 milioni di euro di ristori autorizzati venerdì scorso dalla Commissione europea. Arriva così un po’ di liquidità nelle casse dell’amministrazione straordinaria, anche se Bruxelles ha dato il via libera a meno di metà dei fondi che aveva stanziato il governo per coprire le perdite di novembre e dicembre 2020 e la compagnia brucia circa 40 milioni al mese. Intanto, secondo indiscrezioni di stampa, il consiglio di amministrazione di Ita avrebbe inviato a Bruxelles una lettera con un ultimatum di 48 ore per dare il nulla osta al decollo della compagnia, oltre il quale partirebbe comunque.

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