Ryanair crescerà "fino a trasportare 24 milioni di passeggeri italiani quest'anno, che sosterranno 24 mila posti di lavoro in Italia, con il progetto di creare ulteriori 13 mila posti di lavoro se il Governo dovesse accettare il piano di crescita Ryanair". Così la compagnia low cost risponde all'ad di Alitalia, Gabriele del Torchio, che l'aveva accusata di "distruggere posti di lavoro in Italia".
Questi risultati, rilancia in una nota Ryanair, sono stati raggiunti "in un momento in cui Alitalia ha tagliato gli stipendi fino al 20% e ha tagliato l'orario di lavoro del suo personale".
"Ryanair – si legge nella nota – ha offerto di accrescere il suo traffico in Italia a 37milioni di passeggeri all'anno entro il 2018, il che creerà oltre 13 mila nuovi posti di lavoro e facciamo di nuovo appello al Governo Italiano affinché accetti il nostro piano, al fine di invertire il continuo declino del traffico in Italia, con 2,2 milioni di passeggeri in meno negli aeroporti italiani tra gennaio e aprile quest'anno, una caduta di oltre il 5%".
Ma neppure la UilTrasporti è convinta dell'effetto positivo della low cost sul mercato del lavoro italiano. "Dare lezioni ad altre compagnie che rispettano regolamentazioni, vincoli e regime fiscale italiani, del tutto assenti in Ryanair – sottolinea il segretario generale aggiunto del sindacato Marco Veneziani – è ancora una volta esempio di concorrenza sleale, di cui la low cost irlandese è maestra. Sarebbe interessante capire se mettendo le basi operative in Italia e non all'estero, pagando le tasse regolarmente allo Stato italiano, senza i contributi di regioni, enti locali e società aeroportuali e senza contratti capestro per il proprio personale, Ryanair riuscirebbe a sopravvivere. Ci auguriamo – conclude Veneziani – che il governo intervenga definitivamente non per promuovere il loro piano ma per porre fine a questo scandalo a cielo aperto".