Scioperi all’orizzonte in Ita Airways. L’incontro tra Ita Airways e i sindacati di categoria sul tema degli aumenti degli stipendi dei dipendenti della compagnia “non è andato bene” e si è concluso con “un nulla di fatto”. Al tavolo erano presenti l’amministratore delegato di Ita, Fabio Lazzerini, e tutte le sigle sindacali: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ta, Anpac, Anpav e Anp.
I sindacati denunciano che i salari a Ita “sono tra i più bassi d’Europa” e quindi “rivendichiamo un innalzamento degli stipendi”, ha detto il leader della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, spiegando che “oggi le condizioni economiche di Ita e le condizioni operative sono cambiate e quindi c’è un’esigenza da parte dei lavoratori di avere stipendi che vengano riconosciuti nella media di quello che succede nelle compagnie europee”.
Per cui “è stato deciso unitariamente di attivare le procedure (raffreddamento e conciliazione) per rivendicare formalmente quanto richiesto, ricorrendo a tutte le azioni per traguardare i risultati attesi, coerenti con le aspettative e a tutela di tutti i dipendenti”, hanno spiegato le sigle sindacali in una nota. “Non prevedo nulla di buono nelle prossime settimane”, ha rimarcato il segretario nazionale della Filt Cgil.
Purtroppo questo scontro e le eventuali agitazioni vanno a coincidere con la trattativa tra il Tesoro e Lufthansa per la vendita di una quota di Ita. I sindacati però mettono le mani avanti sottolineando che se si è venuta a creare questa situazione, non è colpa loro ma è “causata dal ritardo nella procedura che era stata avviata l’anno scorso rispetto all’acquisizione di un partner”.
E poi c’è l’altro tema degli ex dipendenti di Alitalia. Diversi ex lavoratrici e lavoratori della vecchia compagnia di bandiera chiedono, infatti, di essere assunti da Ita. Su questo punto è intervenuto il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami. “Il governo ha già espresso la ferma volontà che ci sia un riassorbimento in Ita del personale impegnato precedentemente in Alitalia, e che oggi merita, è doveroso, avere l’opportunità di rientrare soprattutto per lo sviluppo della flotta che si sta realizzando”, ha detto, spiegando che “bisognerà vedere chi vuole rientrare in azienda”. Ma “è chiaro che vedremo in maniera un po’ singolare se ci si rivolgesse all’esterno senza aver prima rivolto una domanda di rientro a chi ha già lavorato nell’azienda”, ha sottolineato il viceministro.