Crollano le presenze nel congressuale, ma anche gli incontri e i partecipanti agli eventi. Dopo anni di boom, dunque, il turismo congressuale italiano conosce una battuta d’arresto.
Secondo il Rapporto annuale secondo semestre 2008/primo semestre 2009 dell’Osservatorio congressuale italiano (Oci), se nel 2004 il numero di giornate di presenza congressuale era pari a 30.291.972, quello del 2009 ammonta a 29.850.373. In particolare, per i 12 mesi compresi tra il 1 luglio 2008 e il 30 giugno 2009, l’Osservatorio ha rilevato una riduzione degli incontri del 3,52%, dei partecipanti del 9,68% e delle giornate di presenza congressuale del 13,58%. La pesante flessione ha colpito soprattutto i segmenti con un numero di ospiti maggiore di 100, come Palacongressi e impianti fieristici: le fasce 500-1.000 partecipanti nel secondo semestre 2008 hanno raggiunto il picco del -46,84% e quelle oltre i mille partecipanti hanno registrato -47,22%. Per quanto riguarda la tipologia di congresso se le aziende riescono a mantenere un trend positivo (+3,4%), le associazioni culturali, sportive e religiose risultano più penalizzate con una perdita nel secondo semestre 2009 del 47,5% della quota di mercato.
In controtendenza solo Rimini con un incremento del 4,89% e Firenze con una crescita del 2,26% che sono riuscite a contrastare la pesante flessione delle giornate di presenza ai congressi, mentre Milano (-7,07%), Roma (-3,28%) e Torino (-2,28%) hanno subito forti cali.
"La politica anticrisi – ha commentato il curatore del rapporto, Attilio Gardini, durante la presentazione alla Btc di Roma – ha sostenuto le banche, privilegiato le auto ma non ha fatto nulla per questo settore strategico per il futuro sociale ed economico italiano: un dato paradossale per un Paese che aspira ad essere leader dell’industria dell’ospitalità". "Il piano edilizio proposto dal governo avrebbe consentito di ampliare gli spazi congressuali – ha aggiunto il sottosegretario Mantovani, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ma l’istituzione del ministero del Turismo, la riapertura del progetto del Ponte di Messina e gli investimenti sulle infrastrutture aeroportuali costituiscono un forte segnale di rilancio".