Appello dalle regioni delle seconde case: turisti tornate a casa

L’Italia, oggi, non è un paese per turisti. La crisi sanitaria che sta martoriando gli ospedali del nord Italia rischia di aggravarsi proprio per la presenza di numerosi villeggianti, spesso provenienti dalla Lombardia e quasi sempre residenti in seconde case. Accade in Liguria, in Toscana, nelle province di Trento e Bolzano, in Valle d’Aosta. Le immagini delle spiagge affollate e delle code agli impianti di sci dello scorso fine settimana hanno fatto il giro del paese.

La Valle d’Aosta ha sollevato il problema. “Invito i turisti ancora presenti a ritornare al proprio domicilio” è l’appello lanciato dall’assessore alla sanità, Mauro Baccega. Spiega: “L’emergenza sanitaria fa sì che si debbano adottare tutte le iniziative atte a contenere la diffusione del virus. La nostra Regione dispone di un solo ospedale, il sistema sanitario valdostano è già sotto stress e dover prestare cure ad altre persone oltre che ai residenti non può che aggravare la situazione. Siamo molto preoccupati per la presenza sul nostro territorio di un numero importante di titolari di seconde case. Del problema – spiega – se ne è discusso durante una conferenza tra le regioni e i ministri – aggiunge – dove abbiamo chiesto la possibilità di fare delle valutazioni su quello che comporta avere un numero sproporzionato di utenti rispetto alle dimensioni del nostro ospedale e anche sulla capacità di risposta dei medici di famiglia. Ci sarà una valutazione a livello nazionale, che necessita di una condivisione delle regioni, per assumere decisioni che risolvano la questione”. In caso di soggiorni alberghieri, da segnalare inoltre che le strutture ricettive possono svolgere attività di somministrazione e bar anche nella fascia oraria dalle 18 alle 6, “esclusivamente in favore dei propri clienti e nel rispetto di tutte le precauzioni di sicurezza”.

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