Accelerare, semplificare, passare dalle norme di legge all’attuazione immediata, in modo da garantire effettivamente alle imprese la liquidità promessa, necessaria – in alcuni casi – alla stessa sopravvivenza dell’attività. E’ l’obiettivo della task force costituita da Mef, Banca d’Italia, Abi e Mediocredito Centrale per mettere le banche e i soggetti interessati a conoscenza delle nuove procedure a disposizione con il decreto Cura Italia.
Il dl di marzo prevede infatti una moratoria fino al 30 settembre per i prestiti per le micro imprese, le Pmi, i professionisti e le ditte individuali e allo stesso tempo amplia e potenzia l’operatività del Fondo di garanzia per le Pmi gestito da Mcc. La garanzia del Fondo è all’80% dell’importo (e al 90% in caso di riassicurazione di confidi) per tutti i prestiti fino a 1,5 milioni, ferma restando la possibilità di coprire all’80% anche i prestiti fino a 2,5 milioni per alcune categorie particolari come i prestiti per l’imprenditoria femminile, per il Mezzogiorno e per i finanziamenti per investimenti, nonché per tutti i prestiti fino a 5 milioni che rientrino negli ambiti di attività coperti anche dalle sezioni speciali dello stesso Fondo. È inoltre previsto l’avvio di una linea per la liquidità immediata (fino a 3.000 euro) per le partite Iva, anche se non iscritte al registro delle imprese, con accesso senza bisogno di alcuna valutazione da parte del Fondo, che si affianca alle garanzie all’80% già attive sul micro-credito e sui finanziamenti fino a 25.000 euro (il cosiddetto importo ridotto).
Interventi importanti che però, lamenta la Confesercenti, non stanno ancora funzionando. L’associazione dei commercianti lancia un vero e proprio allarme con nuovi dati sulla perdita di fatturato delle piccole e medie imprese: si tratta di 18 miliardi di ricavi in meno (di cui 11,5 a carico delle imprese del commercio, del turismo e della ristorazione), destinati inevitabilmente ad aumentare con la proroga delle chiusure oltre il 3 aprile.
Sulla stessa linea la Fipe Confcommercio. L’associazione che raccoglie imprese della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo, stima in un mese di chiusura perdite per 8 miliardi di euro. Cifra che andrà moltiplicandosi se, come prevede la federazione, le riaperture effettive si avranno nel settore solo a giugno.