Arriva la zona rosso scuro nella mappe Ue: ci sono anche Bolzano e Friuli

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha diffuso le nuove mappe ufficiali sul Covid, in cui è stato introdotto il ‘rosso scuro’ per segnalare le zone a più alto rischio. Nelle cartine la provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia sono in rosso scuro, uniche aree in Italia sopra la soglia dei 500 casi ogni 100mila abitanti, in base ai dati arrivati dai Paesi entro martedì scorso. Stessa colorazione per quasi tutta la penisola iberica (Spagna e Portogallo), il Sud della Francia, della Svezia, Repubblica ceca, Lettonia, Estonia e Slovenia. Le mappe seguono le raccomandazioni del Consiglio Ue.

La decisione del Consiglio del 28 gennaio invita gli Stati membri a scoraggiare fortemente tutti i viaggi non essenziali verso le aree rosse e rosso scuro e a richiedere alle persone che viaggiano da un’area rosso scuro di sottoporsi a un test COVID-19 e quarantena. Gli Stati possono richiedere anche ai viaggiatori provenienti dalle zone arancioni, rosse e grigie di fare un test prima della partenza. Le persone che vivono in regioni di confine e attraversano il confine quotidianamente o frequentemente, ad esempio per motivi di lavoro, studio o famiglia, non dovrebbero essere tenute a sottoporsi a test o quarantena. Se viene introdotto un requisito di test, è la raccomandazione, la frequenza dei test su tali persone dovrebbe essere proporzionata. Il 2 febbraio, i paesi Ue hanno approvato un’altra raccomandazione aggiornata sulle restrizioni temporanee sui viaggi che includono criteri aggiuntivi per determinare i paesi per i quali le restrizioni dovrebbero essere revocate, come il tasso di positività del test Covid-19 e la presenza di varianti del nuovo coronavirus. I lavoratori dei trasporti e frontalieri sono esentati da alcune misure.

Inoltre, a proposito dell’iniziativa della Danimarca, decisa a sviluppare un passaporto digitale Covid, in collaborazione col mondo delle imprese, per offrire alle persone vaccinate potenziali privilegi, come la possibilità di viaggiare, frequentare ristoranti, partecipare a convegni, festival musicali o eventi sportivi, l’Ue prende tempo. “Il lavoro sui certificati di vaccino Covid interoperabili a livello Ue a scopo medico prosegue, ma eventuali utilizzi per altri scopi”, come ad esempio i viaggi, “verranno stabiliti successivamente. Ci sono ancora una serie di questioni da chiarire”, ha fatto sapere un portavoce della Commissione Ue.

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