L’ipotesi del premier Silvio Berlusconi di allargare la squadra del governo e che prevede anche la ‘promozione’ di Michela Vittoria Brambilla da sottosegretario a ministro al Turismo non piace ad alcuni componenti della maggioranza. Secondo il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, "il turismo come la sanità sono materie di competenza regionale e nel momento in cui si fa il federalismo non si possono accentrare due materie come queste". Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori, la manovra "costringerebbe a riaprire il manuale Cencelli e a ridiscutere tutto. Sarebbe una lotteria. Meglio evitare". E meglio procedere con i piedi di piombo anche nella nomina di nuovi sottosegretari. A suo giudizio sarebbe più opportuno, invece, procedere a un ampliamento delle deleghe per gli attuali sottosegretari. Positiva, invece, la reazione del presidente di Federturismo-Confindustria, Daniel John Winteler, secondo cui, però, “sarebbe opportuno capire soprattutto cosa potrà e dovrà fare anche in termini di risorse, competenze e strumenti, visto il vigente quadro istituzionale”. Per il presidente di Assoturismo-Confesercenti, Claudio Albonetti, "non è mai troppo presto per reintrodurre il ministero per le Politiche Turistiche". “Non è possibile avere 20 governi regionali a guidare il turismo – spiega Albonetti – per il rilancio serve ovviamente il lavoro fondamentale delle Regioni, ma per i tavoli di concertazione a livello europeo, per discutere del costo contributivo del lavoro e dell’eccessivo carico fiscale, è necessario un dipartimento con funzioni di ministero o un ministero per il Turismo".