E’ il disastro aereo più grave nella storia dell’aviazione civile brasiliana. E’ avvenuto alle 18:45 locali di ieri, le 23:45 in Italia, mentre sulla zona cadeva una fitta pioggia. Un Airbus A320 della compagnia brasiliana Tam “con a bordo 162 passeggeri; 18 addetti ai servizi della compagnia e sei piloti e commissari di cabina, per un totale di 186 persone”, in atterraggio all’aeroporto Congonhas di San Paolo, ha proseguito la corsa oltre la fine della pista, invadendo la strada che contorna l’aerostazione e andando a schiantarsi contro un grande hangar appartenente alla stessa società, adiacente a una stazione di rifornimento carburante. L’impatto ha scatenato un violento incendio con fiamme alte più di dieci metri. Oltre 200 le vittime ma resta incerto il bilancio delle vittime a terra, perché ancora non è stato accertato quante persone vi fossero nell’edificio o nelle sue immediate vicinanze. Dopo il disastro, Congonhas è stato chiuso e tutti i voli sono stati dirottati sull’aeroporto internazionale di San Paolo, che si trova a 40 km circa dalla città. Congonhas, riservato ai voli interni, sorge in mezzo all’abitato e in passato si sono avuti diversi incidenti dovuti proprio allo spazio limitato in cui gli aerei sono costretti a manovrare. La pista principale dell’aeroporto era stata riaperta venti giorni fa dopo due mesi di lavori, ma non era ancora ultimata. Mancavano le scanalature che avrebbero dovuto impedire l’accumulo di acqua piovana, la causa più probabile dell’incidente odierno. Proprio due giorni fa un ATR-42 della compagnia brasiliana Pantanal era scivolato e finito fuori pista a causa della pioggia violenta che si stava abbattendo su San Paolo, però senza conseguenze per i passeggeri. La pista era stata riaperta ieri. Intanto, la Farnesina sta verificando l’eventuale coinvolgimento di connazionali nella sciagura aerea. Alle 15.15 (ora italiana) i vigili del fuoco al lavoro sul luogo del disastro hanno confermato di aver recuperato 93 cadaveri.
