Costa Concordia, chiesto processo per Schettino

Svolta web 2.0 per la Procura di Grosseto: su You Tube e Fb l’avviso per le oltre 4mila parti offese

La richiesta di processo per Francesco Schettino, quella di patteggiamento di Costa Crociere spa, e la svolta web 2.0 di procura e tribunale di Grosseto per avvisare oltre 4.200 parti offese con YouTube e Facebook. A Grosseto l'inchiesta sul naufragio della Costa Concordia segna un'altra tappa verso le aule di tribunale e chiarisce vari punti come la posizione di Costa: la compagnia era indagata da mesi.
Invece, omicidio plurimo, naufragio, lesioni, abbandono della nave, abbandono di incapaci a bordo sono le colpe di Schettino contenute nella richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura di Grosseto al tribunale. Per il comandante cade solo l'accusa di aver cooperato nella distruzione dell'habitat del Giglio. Ma contro Schettino la sfilza delle altre accuse più pesanti rimane integra: quella sera ci furono 32 morti, di cui due dispersi. E numerosi furono i feriti oltre ai danni materiali. Intanto è stato dato il consenso all'istanza di patteggiamento proposta da Costa Crociere spa: se il giudice la ammette, la compagnia rischia di patteggiare una sanzione da un milione di euro per illecito amministrativo dovuto ai reati di omicidio plurimo e lesioni plurime colpose. 
Riguardo agli altri indagati, i pm chiedono il processo per omicidio colposo e lesioni colpose plurime per gli ufficiali presenti in plancia al momento dell'urto, Ciro Ambrosio e Silvia Coronica; per il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin, che avrebbe frainteso gli ordini di Schettino per problemi di comprensione della lingua; per il direttore dell'albergo di bordo, Manrico Giampedroni, che non coordinò correttamente il soccorso e l'evacuazione dei turisti; per il 'fleet crisis coordinator' di Costa, Roberto Ferrarini. Di naufragio colposo sono accusati con Schettino, Coronica, Ambrosio e Rusli Bin. Di abbandono della nave, invece, resta accusato solo Schettino. Fuori dall'inchiesta gli altri.
Le decisioni sono state pubblicate in sei lingue su Facebook e in un messaggio video su YouTube: una 'veste' 'web 2.0' degli uffici giudiziari di Grosseto inedita per la giustizia italiana ma utile per avvisare "per pubblici annunci" oltre 4.200 parti offese in tutto il mondo. Ora si attende la fissazione dell'udienza preliminare.

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