Non c’è stato alcun blitz ieri ma una sparatoria dovuta ad un posto di blocco non rispettato. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini smentisce le notizie diffusa ieri di una operazione armata da parte delle forze sudanesi per liberare i 19 ostaggi rapiti nel sud dell’Egitto il 19 settembre – fra cui cinque turisti piemontesi – finita con l’uccisione di sei rapitori. "Non è stato affatto un blitz, i nostri connazionali non c’erano" chiarisce Frattini – è stato un incontro a un posto di blocco – a cui questo gruppo di persone non ha risposto e quindi c’è stata la sparatoria".
Su dove siano stati portati i turisti rapiti non c’è ancora alcuna certezza. "Non possiamo dire dove sono i rapiti, perché primo non lo sappiamo, secondo perché noi vogliamo arrivare a un’operazione senza blitz e con la liberazione di tutti gli ostaggi", ha detto ancora il ministro, chiedendo nuovamente cautela. Le dichiarazioni sul ruolo del governo di Khartoum nella sparatoria di ieri apparse su alcuni giornali "sono dannosissime", continua Frattini. "E’ chiaro che noi dobbiamo avere una collaborazione con i governi dei paesi dove probabilmente i nostri rapiti si trovano, o stanno andando o sono andati. Per questo – ha messo in guardia Frattini – occorre lavorare discretamente". I cinque ostaggi italiani, Lorella Paganelli, di 48 anni, Walter Barotto (68) di Torre Pellice, Michele Barrera (72) di Alpignano, Mirella De Giuli (70) di Angrogna, e Giovanna Quaglia (52) di Torino, sono stati rapiti venerdì 19 settembre nel sud dell’Egitto insieme a 5 turisti tedeschi, una romena e otto accompagnatori egiziani.