“Stiamo vivendo, come ha detto il ministro Garavaglia, una fase di ripresa dei flussi turistici grazie anche al procedere della campagna vaccinale, ma al contempo ci troviamo davanti alla problematica della variante Delta che preoccupa soprattutto per i giovani non vaccinati: è assolutamente necessario guardare avanti e guardare i dati in modo scientifico. Per questo bisogna lavorare a sistema e fornire i dati certi e rapidi per prendere decisioni su una situazione in continua evoluzione”. Lo dice il presidente di Enit Giorgio Palmucci intervenendo a Dialoghi sul Turismo, organizzato da Isnart in diretta streaming spiegando come ormai il fattore “sicurezza” in tutto il mondo sia decisivo riguardo alla meta scelta per una vacanza e come l’Italia sia percepita come una meta “sicura” sia per le scelte fatte da Governo che per quelle fatte dagli imprenditori turistici che hanno investito nonostante le difficoltà.
“Dalle ricerche fatte all’estero sui principali motori di ricerca per viaggi in Italia al 21 luglio – sottolinea – vediamo che superano dell’80% quelle del 2020. Questo vuol dire che c’è una maggiore fiducia e un maggior desiderio di Italia e quindi, anche se sappiamo che per questa estate avremo un turismo domestico e di prossimità, è estremamente importante vedere come da Germania, Usa, Francia, Austria, Svizzera, Paesi Bassi ci sia una crescita esponenziale nella ricerca di Italia come destinazione vacanze”.
Palmucci spiega anche che “nella top ten delle regioni più richieste ci sono Campania, Umbria, Sicilia, Lazio, Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Puglia. Un po’tutte le regioni e le principali città: Napoli, Roma, Torino, Milano. Questo ci fa ben sperare in un autunno di ripresa anche dalle rotte internazionali quando la campagna vaccinale siamo certi lo permetterà, ma al momento la domanda è ancora molto bassa, coerente con quella di altri paesi europei. A luglio e agosto, in base alle prenotazioni aeroportuali verso l’Italia – conclude Palmucci – al di là della Gran Bretagna, le prenotazioni dai principali paesi europei sono più positive anche se siamo a -80% e -90% la provenienza da Cina e Stati Uniti”.