Estate/2, con mini-ferie sparisce sindrome da rientro

Si accorcia la durata e le mete esotiche diventano sempre più familiari

Vacanze sempre più brevi e sempre meno viaggi in mete esotiche e sconosciute data la facilità con cui ormai è possibile raggiungere terre lontane anche a prezzi contenuti. Il nuovo modo di fare vacanza degli italiani incide anche sul rientro dalle ferie: sono sempre meno infatti coloro che, al termine della pausa estiva, avvertono i sintomi della cosiddetta sindrome da rientro.
A segnalare questa inversione di tendenza è un’indagine coordinata dal direttore del Centro Oms per la medicina del turismo, Walter Pasini: "Se fino a qualche anno fa circa il 50-60% degli italiani affermava di avvertire i segni di tale sindrome, ovvero un complesso di sintomi di natura ansioso-depressiva che può colpire al ritorno da un viaggio come stanchezza, astenia, sudorazione, irritabilità, paura di essere inadeguati ai compiti più semplici, disturbi del sonno e paura del futuro – afferma Pasini – da una nostra recente indagine risulta invece che tale percentuale è oggi in consistente calo". La ragione? "Probabilmente sta nel fatto che si è accorciata la durata delle ferie – sottolinea l’esperto – e che si scelgono con meno frequenza destinazioni esotiche o queste stanno diventando familiari ai turisti nostrani". Più, infatti, il periodo di vacanza e di allontanamento dalle attività abituali è lungo e ‘diverso’, rileva Pasini, maggiore è lo sforzo per recuperare l’efficienza lavorativa al rientro.
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