Né ticket né numero chiuso ma una forma di tassa di soggiorno che non ricada soltanto sui clienti degli alberghi. E’ la soluzione che il ministro Dario Franceschini immagina per Venezia, messa quotidianamente a dura prova da un turismo di massa sin troppo impattante sulla fragile architettura urbana della città-museo.
“Sulle modalità del ticket si può discutere – spiega il ministro – anche se a me dà l’impressione di una città chiusa mentre le città devono essere aperte. Si possono trovare delle forme diverse di tassa di soggiorno che non cadano soltanto sui clienti regolari degli alberghi regolari”. Venezia, dunque, “deve vivere come città” e contemporaneamente diventare meta “di un turismo sostenibile”. “Penso che le potenzialità, come è chiaro, sono infinite – aggiunge – ma non abbiamo bisogno di un turismo ‘mordi e fuggi’, di gruppi che vengono presi e portati giù dalle navi, condotti lungo lo stesso percorso avanti e indietro, vedendo solo un pezzo del centro storico, e poi riportati a bordo senza aver consumato niente in città e lasciato ricchezza”. Per Franceschini, “questa è una cosa molto superficiale, mentre è necessario investire su un modello di turismo sostenibile”.