Il ‘borgo autentico’ è un luogo dove ritornare

Domani a Melpignano i risultati di un’indagine Doxa e Mercury

E’ il richiamo dei prodotti tipici (40%), siano essi gastronomici o artigianali, lo spunto di maggiore interesse per una visita nei borghi italiani. Poi ci sono gli elementi artistici e architettonici (5%) e la presenza di aree protette (3%). E’ uno dei risultati di un’indagine Doxa e Mercury sulle preferenze degli italiani in vacanza che verrà presentata domani a Melpignano nell’ambito della seconda edizione della Festa nazionale dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia. Sandro Billi, docente di Economia Turistica all’Università di Firenze e direttore ricerche Mercury, ed Ennio Salamon, presidente dell’Istituto Doxa esporranno il risultato della ricerca mettendone in luce gli aspetti più interessanti che possono servire ai piccoli centri a creare e attrarre turismo. Così, ad esempio, la visita al borgo viene percepita come un’esperienza in grado di attivare “sensing” (richiamo alla memoria) e “sharing” (interazione con il luogo), come aspettativa. E i borghi che si definiscono “autentici” dovrebbero essere in grado di corrispondere a queste attese. Dall’indagine emerge inoltre come un viaggio, o anche una semplice gita fuori porta ad un borgo, ad un piccolo centro che ha catturato l’interesse, ha legami con il senso di identità e la scoperta del passato. Parole che sono uscite spesso sono autenticità appunto, tradizione, semplicità e genuinità, “Il borgo che si ricorda è quello che non ci si aspetta – sottolinea Sandro Billi – quello più caro è quello legato alla sorpresa”. E che quindi si vuole ritrovare. Ecco perché la metà degli intervistati dichiara di voler tornare nel borgo che li ha colpiti per weekend o soggiorni più lunghi.

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