Gli interventi pubblici a sostegno della costruzione e dell'ampliamento di infrastrutture aeroportuali "rappresentano in larga parte autentiche misure generali di politica economica che non configurano aiuti di Stato". Parte da questa premessa il parere su "Orientamenti dell'Unione europea sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree" approvato a larga maggioranza dal Comitato delle Regioni d'Europa e trasmesso a Parlamento e Commissione.
In particolare, si vuol fare chiarezza sullo ‘status' dei piccoli aeroporti (con un numero di passeggeri annui sotto i 300 mila e che svolgono un servizio pubblico essenziale, quali quelli situati in aree molto marginali o isole): in questo caso l'intervento economico pubblico non può essere configurato come aiuto di Stato, in contrasto con le norme europee sulla concorrenza.
Nel parere, inoltre, si sostiene essere inadeguato il fatto che la Commissione applichi, ad aeroporti estremamente eterogenei per dimensioni e caratteristiche non solo geografiche, uno stesso approccio senza differenziazioni. Il riferimento è al termine di dieci anni che la Commissione individua come tempo massimo entro il quale tutti gli aeroporti sotto i tre milioni di passeggeri annui debbano adottare strategie di mercato che consentano di coprire i costi di funzionamento con risorse proprie e dinamiche di mercato.
Secondo le Regioni europee, poi, anche gli investimenti pubblici finalizzati al collegamento intermodale degli aeroporti non dovrebbero rientrare nel campo di applicazione degli orientamenti della Commissione che ritiene, invece, anche questi interventi configurabili come aiuti di Stato da far rientrare nel blocco. Il parere si conclude con un preciso riferimento al sistema stringente di controllo degli aiuti di Stato dell'Unione europea, che è unico al mondo per rigidità, e alla competitività dell'aviazione europea a livello globale, che non può prescindere dai massicci finanziamenti pubblici che negli Stati Uniti, in Asia e in Medio Oriente continuano ad essere elargiti alle infrastrutture aeroportuali e alle compagnie ponendo l'Unione europea in una situazione di rischioso svantaggio competitivo. "Anche per questa ragione – commenta la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, che guida il Comitato – chiediamo alla Commissione di prendere in considerazione la possibilità di finanziare nuove rotte da aeroporti europei verso aeroporti al di fuori dello spazio aereo comune europeo".