Intesa sui sostegni bis: aiuti ai ristoranti senza dehor Stop cartelle fino a giugno

Ristori rapidi sulla base del fatturato e, per chi vorrà, una compensazione ulteriore a fine anno sulla base dei bilanci. Arriva l’intesa di massima sul decreto Sostegni bis che porterà nuovi fondi per la scuola e per gli enti locali, ma anche per i settori più colpiti dalla pandemia come montagna e wedding. E che darà una una tantum a bar e ristoranti senza dehor, costretti a rimanere chiusi anche a maggio e potrebbe ‘congelare’ le cartelle esattoriali ancora per due mesi, fino alla fine di giugno.

Nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi i partiti presentano al premier Mario Draghi e al ministro Daniele Franco le loro richieste per distribuire al meglio i circa 40 miliardi di extradeficit a disposizione con l’ultimo scostamento. Il problema più grosso è quello di “mirare” in modo più puntuale i contributi a fondo perduto, mantenendo però la tempestività degli aiuti alle imprese.

A spingere l’idea di affinare il meccanismo dei ristori guardando agli utili nelle scorse settimane era stato in particolare il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, alla luce anche delle interlocuzioni al Mise con le categorie che ha fatto emergere anche l’idea, ora allo studio, di una indennità ad hoc per le attività rimaste ancora chiuse per decreto in mancanza di spazi all’aperto. La discussione sui ristori, durata settimane, verteva attorno alla tempistica per l’erogazione di questa nuova tranche di ristori che, inevitabilmente, devono aspettare i bilanci (a giugno) o le dichiarazioni dei redditi per le attività in contabilità semplificata (novembre).

La soluzione è stata trovata in un mix tra fatturato – la base di calcolo dei ristori erogati finora – e utili: le imprese che hanno ricevuto o stanno ricevendo in questi giorni i bonifici previsti dal primo decreto Sostegni riceveranno in automatico un ulteriore bonifico della stessa entità. Nel frattempo si potrà però richiedere all’Agenzia delle Entrate di ricalcolare il contributo su un diverso periodo (1 aprile 2020 -31 marzo 2021 rispetto al 1 aprile 2019 – 31 marzo 2020) e ottenere nel caso un ristoro più elevato, sempre sulla base del fatturato. In aggiunta, le imprese interessate potranno chiedere di tarare ancora di più il ristoro guardando all’effettiva redditività che emergerà dai bilanci o dalle dichiarazioni dei redditi. Se il calcolo sarà favorevole (andranno stornati i costi fissi già coperti da aiuti dall’inizio della pandemia), si otterrà alla fine dell’anno una ulteriore quota sotto forma di “saldo”.

Incassata l’intesa politica ora bisognerà tradurla in un testo che il governo punta a portare in un Consiglio dei ministri giovedì, ma non si esclude che ci possa volere qualche ora in più per chiudere l’intero provvedimento. Sul tavolo, infatti, il Pd ha posto la questione del lavoro e della necessità di introdurre un pacchetto corposo di norme per accompagnare la fine del blocco dei licenziamenti (contratti di espansione, contratto di solidarietà, potenziamento della Naspi, interventi per la rioccupazione con contratti che aiutino le categorie più colpite, il turismo e la ristorazione). E i ministri Franceschini e Patuanelli hanno posto il problema dei lavoratori dello spettacolo e dei braccianti agricoli mentre Forza Italia  punta anche a creare un fondo ad hoc per i parchi tematici.

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