Le associazioni di categoria in audizione sul dl Sostegni bis

Audizione in Commissione Bilancio della Camera per le principali organizzazioni di categoria per commentare il dl Sostegni bis.

Lapidario l’intervento del direttore generale di Federalberghi Alessandro Massimo Nucara: “a differenza di quel che accade in altri settori, il 2021 ha sin qui prodotto risultati peggiori di quelli registrati nel 2020 per hotel e terme. Secondo i dati Istat relativi al fatturato degli alberghi nel primo trimestre 2021, si registra un calo del 70,8% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il nostro Centro Studi ha rilevato nel quadrimestre gennaio-aprile 2021 un crollo dell’85,6% delle presenze dei turisti negli esercizi ricettivi rispetto al corrispondente periodo del 2019, con un calo del 75,1% per gli italiani e del 95,9% per gli stranieri. La decisione di introdurre un’ulteriore rata di contributo a fondo perduto e la possibilità di rapportarne l’ammontare alle perdite subite nel corso del cosiddetto ‘anno pandemico’ vanno nella giusta direzione, anche se gli importi spettanti alle singole aziende sono molto distanti dalle perdite effettivamente subite. Bene – dice Nucara – l’incremento delle risorse destinate al credito d’imposta per la riqualificazione delle imprese ricettive e degli stabilimenti termali, che auspichiamo possa essere ulteriormente irrobustito specialmente dopo la brutta sorpresa di venerdì che ha visto gli alberghi esclusi dal superbonus”. Sul punto Federalberghi segnala la possibilità di adottare alcuni aggiustamenti che potrebbero migliorare l’efficacia dello strumento senza determinare oneri sui conti pubblici. Ad esempio: consentire alle imprese beneficiarie di cedere il credito a terzi, con le medesime modalità previste dal decreto rilancio; ammettere agli incentivi anche le imprese costituite dopo il 1° gennaio 2012; consentire, in occasione della presentazione delle istanze relative agli investimenti effettuati nel 2020, anche la presentazione di istanze relative agli investimenti effettuati nel 2019, anno per il quale non è stato a suo tempo emanato il bando.

Sulla stessa linea la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli. “Se per molti comparti si intravedono dei segnali incoraggianti, per altri poco o nulla è cambiato. Anzi una percentuale di operatori – spiega – ha deciso di non riprendere l’attività neanche dopo l’allentamento delle restrizioni, principalmente a causa di costi fissi e di gestione elevati e per mancanza di liquidità. A ciò si aggiungano quei settori le cui attività sono ancora sospese, come quello dell’intrattenimento e delle discoteche; quelli che sono strettamente legati ai flussi del turismo estero (aviation, gestori aeroportuali, catering aereo, tax free shopping, cambiavalute) ancora molto lontani dai numeri pre-Covid; tutto il mondo del turismo organizzato e dell’outgoing (tour operator e agenzie di viaggi) ancora sostanzialmente fermo e le attività che ruotano intorno al business travel”.

“Il decreto-legge Sostegni bis – aggiunge Lalli – torna ad intervenire a supporto di imprese e lavoratori, con uno stanziamento complessivo di 40 miliardi con misure che come imprenditori del turismo non possiamo che valutare positivamente anche se permangono delle perplessità in merito al quantum di alcuni stanziamenti che sembrano inadeguati”. Sull’art. 7 specificamente dedicato al turismo che prevede il rifinanziamento con ulteriori 150 milioni di euro del fondo ex art. 182 del decreto rilancio, Lalli dice: “L’incremento contemplato, anche se si somma ai 100 milioni stanziati con la Legge di Bilancio, sia purtroppo irrisorio in considerazione dell’estensione della platea dei beneficiari. Duecentocinquanta milioni per ristorare un numero così alto di imprese, che in media ha perso oltre l’80% del fatturato, sono del tutto inadeguati e inefficaci. La media degli aiuti sarebbe infatti inferiore ai 3000 euro per azienda”. E poi rimane il tema della riqualificazione e della qualità dell’offerta turistica. “Sul punto continuiamo a ribadire quanto sarebbe importante estendere anche alle imprese il Superbonus 110%”, conclude.

Il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina nel suo intervento ribadisce che “non abbiamo bisogno di conoscere le date della ripartenza del turismo ma vogliamo sapere quali sono tutte le strategie e le misure che saranno messe in campo perché la ripartenza sia più efficace possibile perché se c’è qualcuno che è convinto che con la sola forza del lavoro noi possiamo recuperare le perdite e i costi subite in questi mesi è davvero fuori strada”. L’impatto sulle imprese e sul lavoro è stato devastante. “I redditi – dice Messina – sono crollati di 90 miliardi di euro solo nel 2020. Dal marzo dello scorso anno ad oggi sono già quasi 350mila i lavoratori autonomi e gli imprenditori che hanno gettato la spugna”.

“Non credo che questo sia un decreto del quale essere molto soddisfatti. Non per la quantità di risorse ma come sono state impiegate che è una cosa che sinceramente mi lascia perplesso. Dopo aver ascoltato le dichiarazioni del presidente del consiglio e la nascita del ministero del turismo, la strutturazione del provvedimento mi lascia davvero perplesso – spiega Massimo Caputi, presidente Federterme – I provvedimenti hanno sempre la logica del breve periodo e un po’ il concetto delle mance elettorali”.

Un quadro drammatico anche quello denunciato dal direttore generale di Confindustria Alberghi, Barbara Casillo: “la riapertura e la campagna vaccinale, le spiagge piene o i ristoranti affollati non risolvono i problemi delle aziende del turismo. Oggi si interrompe un’emorragia, ma resta una ferita profonda nei bilanci delle imprese tanto più rilevanti in quelle più vocate al turismo internazionale che hanno pagato e continuano a pagare il prezzo più caro della crisi”. Tra i punti sottolineati nel corso dell’audizione ampio spazio è stato dedicato al tema dei sostegni. “La misura nel suo complesso è imponente ma risulta del tutto insufficiente e penalizza soprattutto quelle realtà con fatturato superiore a 10 milioni di euro”. Molto bene l’istituzione di una sezione speciale del fondo di garanzia per le pmi per l’emissione di Basket Bond. “Una misura importante che chiedevamo da tempo, ma che può e deve esplicare i suoi effetti anche su aziende di minori dimensioni. Si ritiene infatti il taglio minimo di 2 milioni ad azienda decisamente troppo alto per consentire l’effettiva fruizione all’intero settore” precisa.

editore:

This website uses cookies.