L’Italia guarda ai super ricchi in vacanza in yacht puntando sulla cultura

Sul turismo nautico di lusso l’Italia può e deve giocarsi una grande chance.  In Costa Smeralda, dal convegno “Yacht, caccia al tesoro Italia, secondo forum del lusso possibile”, Federagenti, la Federazione degli agenti marittimi, ha lanciato la sfida. Il ragionamento è semplice: per i super ricchi in vacanza con lo yacht la propensione a spendere si aggira intorno ai 15-20mila euro al giorno. E allora ecco il piano. Primo: far conoscere alla clientela del turismo top i principali siti e le bellezze del patrimonio artistico italiano. Secondo: proporre visite – chiaramente super pagate – in orari non convenzionali. Terzo: coinvolgere grandi nomi della finanza, magnati russi o emiri, in operazioni di sponsorizzazione e supporto.

“Turismo, cultura e arte sono la nostra arma vincente – ha detto il presidente della sezione Yacht di Federagenti, Giovanni Gasparini -. Tesori, oltre quelli che tutti conoscono, ne abbiamo tantissimi, spesso sono nascosti: possiamo giocarci questa carta”.

Del resto, le statistiche sono dalla parte dell’Italia: il numero dei super-ricchi – come sottolineato dal presidente di Nautica Italiana, Lamberto Tacoli – sta crescendo in particolare in Europa. L’Italia, leader nella costruzione dei mega yacht è in condizione di sfruttare la crescita di questo mercato (5.973 barche nel 2030 contro le 5.113 di oggi); il 56% di queste grandi imbarcazioni di lusso ambisce a stazionare nel Mediterraneo durante l’inverno e il 70% di questa flotta naviga nel Mediterraneo in estate. 6600 sono state le soste nel 2015 in porti italiani.

L’industria mondiale degli yacht contribuisce per 24 miliardi al Pil dell’industria del lusso, in Italia per 2,5 miliardi con 13.000 occupati diretti. Un maxi yacht dai 30 ai 60 metri spende 2,3 milioni all’anno e questa spesa balza a 6,7 milioni per le imbarcazioni di lusso sopra gli 80 metri. 

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