Merkel-Macron per frontiere chiuse contro varianti, von der Leyen: inefficace

Il Covid-19 continua a fare paura, a preoccupare adesso è la variante inglese, che si è già diffusa in almeno 60 Paesi mentre oltremanica ha provocato oltre 1.800 morti in 24 ore. In Ue l’incremento dei contagi e delle vittime è talmente significativo che non si esclude il ripristino dei controlli alle frontiere interne. Germania e Francia spingono in questa direzione, ma la Commissione frena, rilevando che una “chiusura” sarebbe “senza senso”.

I governi europei, per difendersi dalle varianti, hanno ripristinato dure restrizioni. La Germania, ad esempio, ha ulteriormente prorogato il lockdown fino a metà febbraio, in Olanda scatterà il coprifuoco per la prima volta dal dopoguerra. In Francia la stagione sciistica è destinata a saltare del tutto, perché il governo ritiene la riapertura degli impianti a febbraio “altamente improbabile”. Eppure la gravità della situazione potrebbe richiedere qualcosa di più, come la reintroduzione dei controlli sanitari alle frontiere interne. La cancelliera tedesca Angela Merkel non lo ha escluso e la Francia si è detta chiaramente favorevole a questa opzione.

Il tema sarà al centro di una videoconferenza dei leader Ue nel corso della quale Berlino proporrà l’adozione di misure coordinate per chi viaggia dalle aree dove sono state individuate le mutazioni. Anche a Bruxelles il tentativo di allineamento tra i Paesi viene ritenuto necessario per evitare una sorta di effetto ping pong tra Stati confinanti. Allo stesso tempo, però la Commissione teme brusche fughe in avanti.

“La chiusura a tappeto delle frontiere in questa situazione non ha senso, ostacola il funzionamento del mercato interno e non è così efficace come le misure mirate”, ha detto Ursula von der Leyen al Parlamento europeo.

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