Natale al tempo del covid senza sci e senza spostamenti?

Un accordo a livello europeo per uniformare le misure restrittive che scatteranno con le vacanze di Natale e Capodanno e un’ulteriore stretta sugli spostamenti tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, con il divieto di feste e appuntamenti di piazza, cenone a numero chiuso – con forse 6, massimo 8 persone – coprifuoco per tutto il periodo e valido anche per le messe, con una possibile deroga per la sera della Vigilia che si valuterà nei prossimi giorni.

Il governo lavora su più fronti per far sì che gli interventi che saranno decisi con il prossimo Dpcm consentano di evitare gli errori fatti in estate e non siano vanificati dalle scelte degli altri paesi, in particolare quelle relative allo sci visto che il governo ha ribadito il no alla riapertura degli impianti e una decisione in senso contrario da parte di altre nazioni rappresenterebbe un ulteriore colpo ad un’economia già al tappeto. Di un “coordinamento europeo” sulle misure hanno parlato lo stesso premier, Giuseppe Conte, e il presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen in una telefonata nella quale, dice il premier, c’è stato un “ottimo scambio di vedute” su questo e altri temi. Se da questo si arrivi poi ad un risultato concreto è tutto da vedere anche se una sponda è arrivata dal presidente francese Emmanuel Macron che ha definito “impossibile” immaginare l’apertura di funivie e seggiovie per le feste.

All’intesa europea crede anche la Germania. “Preferirei che ci fosse un unico accordo: nessun impianto di risalita aperto ovunque e vacanze ovunque – dice il ministro-presidente della Baviera Markus Soeder – Se vogliamo mantenere aperte le frontiere, abbiamo bisogno anche di un chiaro accordo sullo sci”.

Di tutt’altro avviso è invece il ministro del turismo di Vienna Elisabeth Koestinger. “Non posso condividere l’iniziativa italiana. In Austria ci sarà di certo un turismo invernale” poiché “i nostri operatori si baseranno su un ampio protocollo di sicurezza”. In caso Bruxelles dovesse imporre lo stop, è quindi la conclusione di Vienna, sia l’Ue a ristorare un settore che dà lavoro a 700mila persone. Un tema questo che sarà sicuramente sul tavolo. Anche perché, alla luce delle scelte di Italia e Francia è possibile che si arrivi comunque ad una decisione comune – Svizzera esclusa per il momento visto che ha già aperto gli impianti – puntando ad un’apertura nel mese di gennaio e salvando così almeno parte della stagione.

Quanto agli spostamenti, nulla si deciderà prima del 3 dicembre e, anzi, è probabile che i provvedimenti per il periodo tra Natale e Capodanno arrivino con un secondo Dpcm a ridosso della vigilia. Ma la linea prevalente è quella dell’area rigorista del governo, supportata da tecnici e scienziati: evitare che ci si possa spostare liberamente tra le Regioni. Dunque maggiori vincoli anche per quelle in zona gialla. Possibile dunque che si arrivi ad una via di mezzo che non inibisca completamente la mobilità ma consenta solo di raggiungere parenti stretti e congiunti.

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