Nube, il vulcano si è placato: niente più cenere

Ha paralizzato il traffico aereo in Europa provocando milioni di dollari di perdite

Ha paralizzato il traffico aereo europeo per un'intera settimana a fine aprile. Ora, però, il vulcano islandese Eyjafjallajokull si è placato. "Non c'é più magma che sale", ha detto il geofisico Magnus Gudmundsson dell'Università dell'Islanda. Un annuncio che fa tirare un sospiro di sollievo alle compagnie aeree di tutto il mondo, che per colpa di quelle ceneri hanno accumulato centinaia di milioni di dollari di perdite. Tutta colpa dell'Eyjafjallajokull che per 200 anni aveva dormito coperto da un ghiacciaio. Quando ha deciso di risvegliarsi, il 13 aprile, lo ha fatto con un boato, lanciando in aria una colonna di cenere e detriti alta otto chilometri. Già poche ore dopo la Norvegia venne costretta a chiudere per prima alcuni tratti del suo spazio aereo. Via via imitata da tutti gli altri Paesi del nord Europa. Alle 13 del 15 aprile toccò a Heathrow e si capì che la situazione stava per precipitare. I bivacchi di passeggeri divennero un'abitudine in giro per il mondo: a New York come in Asia. 8 mila voli soppressi in Europa il 15 aprile, 17 mila il giorno successivo, 18-20 mila al giorno dal 17 in poi con Germania, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Polonia, Repubblica Ceca e tutti i paesi scandinavi privi di voli. Il 19 aprile la chiusura toccò anche ai cieli italiani. La situazione cominciò a migliorare dal 20, ma le chiusure sono proseguite fino alla settimana scorsa.

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