Ossigeno ad agosto per bar e ristoranti al mare, crollo in città d’arte

Un agosto a tinte fosche per i bar e i ristoranti del Belpaese, dopo un periodo “disastroso”, ed un futuro che si preannuncia denso di nubi a causa di una netta ripresa dei contagi da Covid in tutta la penisola. “Generalmente rispetto agli altri anni c’è un calo, anche del 30%”, del fatturato di bar e ristoranti ad agosto di quest’anno ma “la situazione è anche a macchia di leopardo: nelle zone balneari agosto non è andato male mentre nelle città d’arte le cose stanno andando molto male”, dice il presidente di Fiepet, Giancarlo Banchieri.

Gli fa eco Roberto Calugi, direttore generale Fipe-Confcommercio che parla di una “boccata di ossigeno” ad agosto per i bar e i ristoranti di quei luoghi “legati ai posti di villeggiatura, come mare e montagna” perché c’è stato il “turismo italiano” mentre “nelle città d’arte, dove è mancato tantissimo il turismo straniero, la situazione è drammatica”.

Bar e ristoranti nelle città balneari di Emilia Romagna, Riviera Ligure o all’Argentario in Toscana “hanno tenuto” e “lavorato come l’anno scorso, se non di più”, spiegano i due esponenti di Fiepet e Fipe. Nel complesso “ci aspettiamo un calo del 30%” dei ricavi “con questa differenziazione”, precisa Banchieri.

Ma il buon andamento di bar e ristoranti nelle zone di villeggiatura e del divertimento estivo non deve illudere che la crisi del settore sia superata. “Tra cinque giorni non ci sarà più nessuno. E’ un po’ una fiammata”, afferma Calugi. “Dalle nostre rivelazioni, abbiamo una media da gennaio ad agosto, del 40% di perdita del settore di fatturato con situazioni a macchia di leopardo con un 30% dei nostri che ha perso anche l’80% di fatturato”, fa notare Calugi, ricordando che in città come Milano, Firenze, Venezia e Roma molti ristoranti e bar “non hanno nemmeno riaperto”. Naturalmente l’evoluzione dell’emergenza Covid “è la cosa più difficile e preoccupante” circa le prospettive future del settore. “Quello che succederà nei prossimi mesi nessuno lo sa. Le previsioni non sono incoraggianti”, aggiunge Banchieri, sottolineando che tra gli addetti ai lavori “prevale un sentimento di ansia e di paura”.

E sulla possibilità di ampliare i dehors, il presidente Fiepet spiega che “è stata una cosa positiva” in tutte le città ma andando incontro all’autunno e poi all’inverno, “le possibilità di star fuori, soprattutto al centro-nord, verranno meno” per cui “con un flusso di turismo scarso, con uno smart working che rischia di essere un’abitudine consolidata e con meno posti a sedere all’interno dei locali per motivi di distanziamento, ci sono molte preoccupazioni”.

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