Riparte la corsa al turismo spaziale e l’Italia vuole fare la sua parte

La nuova navetta della Virgin Galactic ‘SpaceShipTwo VSS Unity’ ha riaperto la corsa al turismo spaziale, bloccata con l’incidente del 31 ottobre 2014. Quello era stato un duro colpo per Richard Branson, il miliardario visionario britannico fondatore della Virgin Galactic, ma ora si riparte.

La nuova versione della navetta è stata portata in quota dall’aereo cargo White Knight Two, pilotato dall’italiano Nicola Pecile, di origini friulane, e da Mike Masucci, entrambi piloti sperimentatori della Virgin Galactic. Ai comandi della navetta c’erano invece l’americano Mark Stucky e lo scozzese Dave Mackay. Tutto è andato perfettamente e la navetta è rientrata a Terra come previsto. Dunque, i giochi si riaprono e si ricomincia a pensare al primo volo per i turisti spaziali, inizialmente sei, che potranno affrontare un volo suborbitale, nel quale cioè il velivolo non raggiunge una quota tale da orbitare intorno alla Terra.

Intanto la Virgin Galactic si rimette in corsa: nei suoi stabilimenti californiani sta costruendo altre due navette e nel frattempo tiene d’occhio la sua concorrente, la Blue Origin del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, che intende far volare i turisti spaziali su un veicolo molto diverso e più simile alla capsula di un razzo piuttosto che a un aereo.

Riparte così un’avventura nella quale l’Italia è decisa a giocare un ruolo importante. “Il nuovo test della Virgin Galactic è un passo in avanti molto importante”, ha detto il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston. L’idea è quella di realizzare in Italia uno spazioporto per i voli suborbitali. “Se tutto procederà bene, a fine anno – ha aggiunto – la Virgin Galactic potrebbe cominciare i voli commerciali e allora si aprirà un nuovo mercato, al quale stimo guardando con interesse”. Non sarà ancora un turismo alla portata di tutti, ma i costi scenderanno dagli attuali milioni di dollari a circa 250.00 dollari: “E’ un pezzo di space economy che prende forma, l’attività spaziale – ha concluso – che si trasforma in valore economico in un mercato”.

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