Salta la norma sui diritti di superficie delle spiagge

Governo accoglie emendamenti soppressivi al dl Sviluppo. Soddisfazione da più parti

Salta dal decreto sviluppo la norma sui diritti di superficie delle spiagge. Governo e relatori alla Camera hanno infatti accolto alcuni emendamenti soppressivi della norma che portava a 20 anni il diritto di superficie sugli arenili. La materia potrebbe essere affrontata in un altro provvedimento. Soddisfazione è stata espressa da più parti.
"E' un positivo riconoscimento alla nostra giusta battaglia tesa ad evitare decisioni affrettate e pasticciate – afferma Fiba-Confesercenti – ora c'é lo spazio e il tempo per lavorare tutti insieme alla definizione di una vera e convincente legge quadro che fissi nuove certezze per il settore e tuteli lavoro ed investimenti delle imprese". Dello stesso avviso anche il sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti. "Il semplice stralcio – dice – rappresenta un'occasione mancata per modificare e innovare una normativa oramai obsoleta. A questo punto – prosegue – speriamo di avere il tempo per lavorare con serenità a un provvedimento che ci traghetti verso la scadenza fatidica del 31 dicembre 2015 e chiediamo di essere ascoltati al più presto nelle opportune sedi istituzionali per poter dare il nostro contributo".
"Bene che ci sia un ripensamento – commentano Fai e il Wwf – anche se ci auguriamo che la norma non rispunti tal quale in un altro provvedimento". Secondo Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, "la trovata del diritto di superficie ventennale sulle spiagge oltre ad essere una minaccia per l'ambiente e per le coste italiane di fatto rappresentava un rischio anche per le migliaia di imprese del settore balneare, soprattutto medie e piccole che caratterizzano la nostra economia turistica. Si trattava di una aberrazione normativa ritagliata sugli interessi di pochi grandi investitori e magari per solleticare l'ingresso di capitali stranieri di dubbia provenienza".

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