La pax ferroviaria tra Fs e Ntv è durata appena una settimana: dopo il ritorno al sereno annunciato il 19 ottobre scorso a palazzo Chigi davanti al sottosegretario Gianni Letta e al ministro Altero Matteoli da Mauro Moretti e Luca Cordero di Montezemolo, nelle ultime ore lo scontro si è riaperto. La polemica è ripartita dopo le dichiarazioni dell'ad di Fs che hanno indotto a scendere in campo anche i tre soci fondatori di Ntv, Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo. "Trenitalia vuole la concorrenza" ha detto Moretti osservando che da "gente di charme" come Montezemolo e Della Valle "mi sarei aspettato delle scuse" dopo le accuse di "ostruzionismo" che avrebbe esercitato Rfi (controllata da Fs che gestisce la rete) ai test in corso del treno Agv che la francese Alstom fornirà a Ntv. Moretti ha ricordato che a Palazzo Chigi "la stretta di mano" con Montezemolo "e stata preceduta da due scritti in cui smentendo se stessa, Ntv riconosce che Rfi non ha fatto alcun ostruzionismo e che la rinuncia di Ntv a svolgere il servizio sulla Roma-Bari non dipende da carenze o problemi infrastrutturali di Rfi". E ha spiegato che "il loro certificatore parla chiaro: oltre i 250 km all'ora il prototipo perde stabilità".
Prima a replicare, rilevando "inesattezze e false informazioni" è stata Alstom secondo cui il treno "é perfettamente stabile a 300Km/h come pienamente dimostrato". Quindi è stata la volta di Ntv, secondo cui le dichiarazioni di Moretti sono "false" e confermano "l'ostilità verso qualunque forma di concorrenza e di iniziativa privata".
Moretti non ci sta e in una nota in risposta ad Alstom ha ribadito che "i verbali delle corse prova redatti dal loro Verificatore Indipendente di Sicurezza riferiscono di 'forti oscillazioni' e 'forti vibrazioni'" e si è detto "pronto a qualsiasi confronto".
Infine, si sono fatti avanti i tre soci fondatori di Ntv: Moretti è preoccupato perché "presto i cittadini, grazie alla concorrenza, saranno finalmente in condizione di scegliere i migliori treni e i migliori servizi". Poi la stoccata finale: "Comprendiamo anche come una persona abituata a spendere il denaro pubblico e non a rischiare quello proprio possa pensare che investire un miliardo di euro in una impresa che opera in Italia rappresenti un rischio imprenditoriale di poco conto. Comunque non intendiamo prestarci ulteriormente a inutili polemiche che non fanno bene al Paese".