Sos neve: 90% di piste innevate artificialmente

Neve sempre più rara e sempre più costosa, secondo il dossier Nevediversa 2023 di Legambiente. La neve infatti è sempre più scarsa su Alpi e Appennini, con la conseguenza per l’Italia di aumentare l’innevamento artificiale per frenare gli impatti negativi sul turismo invernale. Una
pratica “non sostenibile e alquanto cara, sperperando anche soldi pubblici” evidenzia Legambiente, che riferisce come l’Italia, stando alle ultime stime disponibili, sia “tra i Paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%.

Inoltre, nella Penisola nel 2023 aumentano sia gli “impianti dismessi”, toccando quota 249, sia quelli “temporaneamente chiusi” – sono 138 – sia quelli sottoposti a “accanimento terapeutico”, ossia quelli che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico, e che nel 2023 arrivano a quota 181″.

Dei 249 impianti sciistici dismessi (15 in più rispetto al 2022), tra i casi simbolo c’è quello di Gressoney-la Trinité (Aosta) località Orsia-Bedemie dove l’ex sciovia era utilizzata per lo sci estivo e lo snowboard. Lo skilift è stato dismesso per la fusione del ghiacciaio. Le stazioni di partenza e di arrivo del vecchio skilift sono state smantellate e sgomberate, ma i rottami dell’impianto nel 2018 erano ancora sul posto.

Sono 138 gli impianti temporaneamente chiusi (tre in più rispetto al 2022), tra questi quello di Picinisco (Frosinone) dove il comprensorio non riesce a risollevarsi nonostante il rimodernamento da parte dell’amministrazione. Impennata degli impianti sottoposti a “accanimento terapeutico”, salgono a 181 (33 in più rispetto al 2022). Ad esempio ad Asiago (Vicenza), Comprensorio Kaberlaba, è stato costruito un nuovo bacino di raccolta per sparare neve nonostante la contrarietà delle attività ricettive.

Tra i casi simbolo della categoria “impianti un po’ chiusi, un po’ aperti” c’è quello di Subiaco, nel Lazio, a Monte Livata dove l’impianto, composto da una seggiovia e tre skilift, è stato chiuso a dicembre, aperto a gennaio. Un continuo rincorrere la neve. Per la categoria “edifici fatiscenti” si segnala quello di Colonia Pian di Doccia, Gavinana (Pistoia) dove si trova un enorme complesso in totale stato di abbandono e
colpito da atti di vandalismo. Buone notizie arrivano, invece, dagli “smantellamenti”. In Lombardia a Castione della Presolana (Bergamo) la seggiovia biposto è stata smontata e demolita.

Legambiente dunque torna a ribadire “l’urgenza di ripensare a un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività. Ce lo impone la crisi climatica che avanza e che sta avendo anche pesanti impatti sull’ambiente montano. Difronte a ciò l’Italia non può più restare miope, ne può pensare di poter inseguire la neve”.

(ph: Legambiente)

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