Super pass su treni e locali, ma problema sono controlli

Prime multe e disagi contenuti per il debutto dell’obbligo di green pass rafforzato che colpisce i no vax irriducibili negli spostamenti (bus, treni, aerei), nella vita sociale (bar, ristoranti, cinema, teatri, musei) e in quella sportiva (piscine, palestre, palazzetti, stadi).

A pesare anche i buchi negli organici causati dal dilagare di Omicron: Trenitalia ha cancellato per questo motivo 180 treni regionali. Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini ha parlato però di “quadro confortante”. Tra mezzanotte e le 14, ha spiegato, “Trenitalia ha effettuato controlli su oltre 10mila persone: 197 non avevano il green pass rafforzato” e sono state “allontanate o dalle piattaforme o, in due casi, dal treno. Siamo all’1,9% di allontanamento, una percentuale in linea anzi più bassa di quando è entrato in funzione il green pass ordinario, quando era il 3%”.

Anche per il trasporto locale sono stati predisposti appositi piani di controllo. A Termini è stata elevata la prima multa ad un ragazzo che usciva dalla metropolitana senza mascherina ffp2. Sanzione anche per un 39enne beccato su un autobus senza super green pass: 400 euro, ridotti a 280 se viene pagata nel giro di due giorni. A Napoli qualche malumore tra i passeggeri ma nessuna particolare criticità. A Torino verifiche in particolare agli ingressi della metropolitana di Porta Nuova e Porta Susa, le due principali stazioni ferroviarie del capoluogo piemontese, dove vengono anche consegnate gratis mascherine Ffp2 a chi ne è sprovvisto. In mattinata a Messina file agli imbarcaderi davanti al molo San Francesco per i controlli del certificato verde.

Sul piede di guerra le isole minori, cui comunque il Governo ha concesso una deroga all’obbligo del green pass rafforzato fino al 10 febbraio, limitata però a motivi di studio e di salute. Sei Comitati sono scesi oggi nei porti, da Carloforte a La Maddalena, dalle Eolie ad Ischia e all’Elba, uniti dallo slogan “Isolani sì, isolati mai. Ridateci la nostra strada”.

Anche nei locali, dove gli esercenti si erano attrezzati con dehors e tavolini all’aperto per non perdere i clienti non vaccinati, la novità ha avuto un impatto. Ora, lamenta il direttore del bar e forno Maria Marinoni di piazzale Cadorna a Milano, “devo chiedere il green pass a tutti, non solo a quelli che consumano dentro e questo è un grande disagio, oltre che una grande perdita di tempo per noi e per i clienti”.

Analoga la situazione a Roma. Per il presidente della Fiepet Confesercenti della Capitale, Claudio Pica, “le attività più piccole hanno difficoltà con il personale da adibire alle verifiche”. Il motivo è anche collegato alle assenze di lavoratori che sono “contagiati o in quarantena. Stiamo valutando di acquistare lettori automatici dei Green pass da mettere agli ingressi, che magari misurino anche la temperature”.

A Napoli Ulderico Carraturo, che gestisce la storica pasticceria, racconta che se “al tavolino del bar è più facile controllare il green pass, più duro è il controllo al bancone, a chi entra per stare tre minuti, bere un caffè e andare via”.

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