Tassa barche, Assomarinas: trasformarla in tassa di possesso

A Trieste la protesta di oltre 300 rappresentanti di porti turistici: si teme fuga verso estero

Oltre 300 rappresentanti di marine e porti turistici italiani hanno protestato a Trieste contro la tassa sulle barche del governo Monti e per proporre soluzioni alternative, come trasformare la tassa di stazionamento in tassa di possesso. I manifestanti sono arrivati da tutte le regioni italiane per il presidio organizzato da Assomarinas, l'associazione  che raggruppa 88 porti turistici, partner di Ucina e Federturismo. La scelta di Trieste è legata alla vicinanza delle coste concorrenti di Slovenia e Croazia, verso cui è già cominciato l'esodo dei diportisti italiani e stranieri. Assomarinas stima che duemila imbarcazioni abbiano già lasciato i porti italiani per approdare sulla riviera croata, ma anche in Grecia, sulla sponda Adriatica, mentre per quanto riguarda il Tirreno è in atto un massiccio spostamento in direzione della Corsica.
"E' giusto che la nautica faccia la sua parte in un momento di crisi – ha spiegato Roberto Sponza, esponente di Assomarinas – ma trasformando la misura prevista in tassa di possesso eviteremmo di penalizzare gli stranieri, colpendo invece gli italiani che hanno le proprie barche all'estero, e che non avrebbero più motivo di tenerle fuori dall'Italia".
Assomarinas è convinta che la tassa di possesso potrebbe risolvere ogni problema. "Anche se si introducesse una tassa di possesso di 200 euro di media anche sulle imbarcazioni meno lunghe di 10 metri – ha spiegato Sponza – avremmo la garanzia di incassare quello che il Governo ha previsto senza creare disastri in tutta la filiera nautica ed evitando di incentivare questi esodi all'estero".

 

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