venerdì, 24 Maggio 2024

Tassa di scopo/2, no secco degli operatori

Una proposta autolesionista che farebbe perdere ulteriori posizioni

Levata di scudi da parte delle associazioni degli albergatori alla proposta avanzata dall’Anci a proposito dell’introduzione di una tassa di scopo sul turismo. Il presidente di Confindustria Alberghi, Domenico Lupo, non nasconde la propria preoccupazione. “L’industria alberghiera italiana si confronta sui mercati internazionali, appesantita da costi superiore del 30/40% rispetto a quello dei paesi nostri diretti concorrenti in Europa e sta scontando pesantemente a livello mondiale, il forte apprezzamento dell’euro di questi ultimi mesi. Conosciamo le criticità dei nostri comuni – conclude Lupo – ma riteniamo anche che la soluzione non possa essere cercata depauperando le leve di sviluppo del territorio”. Per il Presidente di Aica Confindustria, Renzo Iorio, “non solo la Finanziaria 2007 nel testo attuale non propone nessun intervento specifico di attenzione al settore per ridurre il deficit competitivo che penalizza le nostre imprese, ma sarebbe davvero autolesionista per il Paese se il provvedimento prevedesse addirittura la reintroduzione della tassa di soggiorno”. “Sconcertante”, a detta di Daniel John Winteler, presidente di Federturismo Confindustria, “che ancora una volta, invece di avviare progetti e strategie a tutto campo per il turismo, come accade in paesi che sono ormai nostri agguerriti concorrenti, si cerchi, con un’ottica di breve periodo, di sfruttare posizioni di rendita”. “Nuove tasse – osserva Winteler – non sono certo la risposta per sviluppare il turismo. C’è da augurarsi che Governo e Parlamento vogliano almeno confrontarsi con Federturismo, che ha presentato proposte che non hanno bisogno di copertura finanziaria”.  Per il presidente di Assotravel, Andrea Giannetti, “il ripristino di tale “balzello” andrebbe a colpire in prima istanza gli alberghi e le altre strutture ricettive per poi produrre un effetto domino gravando anche sulle agenzie di viaggio, i tour operator e gli organizzatori di congressi”. Giannetti registra “una sostanziale dicotomia sulla valutazione politica del settore del turismo quale risorsa positiva per il Paese. Da un lato, infatti, si afferma la sua importanza e si prospetta l’esigenza di sostenerlo con incentivi e misure appropriate, dall’altro, nella pratica, il turismo finisce, troppo spesso, nel novero di quei settori da cui drenare risorse finanziarie per il rilancio dell’amministrazione dello Stato”. Quindi Giannetti apre alla possibilità di riparlarne in futuro, “immaginando, ad esempio, come reinvestire questo tipo di introito nel miglioramento dell’offerta turistica, in un’ottica di sistema. Ma, adesso come adesso, – conclude – dobbiamo pensare al modo di riportare volumi importanti nelle strutture e una tassa di occupazione che farebbe aumentare i prezzi non è certo il sistema migliore”.

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