Si alza la tensione tra Roma e Bruxelles sulla proroga delle gare per i balneari decisa dalla maggioranza e votata nel decreto milleproroghe, al Senato. L’invito europeo è quello ad “assicurare parità e concorrenza” sulle concessioni. Un faro, dunque, sulla scelta di prorogare, nonostante i dubbi espressi dall’Ue, la messa a gara delle spiagge. Alla fine, la formula individuata posticipa di un anno i bandi, sospende – in attesa del riordino della materia – l’indizione delle gare da parte dei Comuni, e proroga i termini per la delega sul monitoraggio. Inoltre, incarica un tavolo a Palazzo Chigi di occuparsi di “definire i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile”. Una delle chiavi della soluzione individuata dal governo risiede proprio in questo passaggio.
Da tempo le associazioni di categoria insistono sulla modalità del calcolo della scarsità o meno della ‘risorsa spiagge’ dalla quale dipende l’applicazione della direttiva Bolkestein. E’ tutto da vedere se questa chiave interpretativa sulla quale si intende fare leva potrà avere successo in sede di Ue, con la quale sono comunque in corso interlocuzioni. Nel frattempo le opposizioni vanno all’attacco e i Verdi fanno sapere che invieranno una lettera all’Europa per far aprire contro il nostro Paese una procedura d’infrazione.
Al contrario, le associazioni di categoria si dicono soddisfatte. “Auspichiamo ha detto Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio – che questa miniproroga serva non per applicare norme ‘pasticciate e frettolose’, ma per adottare, finalmente, con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, quella soluzione strutturale e definitiva annunciata giorni fa dal presidente Giorgia Meloni. Ci aspettiamo che tutti affrontino la questione che – ha ricordato il presidente del S.I.B. – riguarda un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia, costituito da decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che rischiano di perdere la propria azienda”.
Federbalneari Italia ha espresso apprezzamento nei confronti della soluzione trovata dalla maggioranza, che ha ascoltato le richieste della categoria ed accolto insieme al Governo ed al Parlamento le esigenze del settore balneare italiano. Il presidente Marco Maurelli si è detto soddisfatto del “divieto di avviare gare sulle concessioni balneari, già predisposte in questi mesi, ma in modo confuso e disordinato da Comuni e Regioni, che avrebbero generato una situazione caotica e nociva per il turismo organizzato quale quello delle spiagge e del nostro mare”.
“Quanto approvato nelle Commissioni del Senato è il primo passo per avviare una interlocuzione approfondita nei confronti dell’Europa, che fino ad oggi nessun Governo ha mai condotto con ferma determinazione – ha aggiunto Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia – Quelle che erroneamente vengono definite ‘aste’ non le abbiamo mai accettate e mai le accetteremo perché siamo concessionari di un bene e non di un servizio, e la risorsa non è limitata come dimostreremo con dati certi alla mano, rientrando perciò nei casi di inapplicabilità della direttiva”.