Tifone investe la Cina: a Hong Kong i grattacieli ondeggiano, a Macao casinò chiusi

La furia di Mangkhut non ha lasciato scampo al suo passaggio nel sud-est asiatico: decine di morti e distruzione nelle Filippine, milioni di evacuati nella Cina meridionale e caos a Hong Kong, dove i grattacieli ondeggiano paurosamente. Mentre in America Florence perde progressivamente forza, dopo aver ucciso quattordici persone, nel Pacifico occidentale Mangkhut sta sprigionando tutta la sua forza. Il primo devastante passaggio sulla terraferma è avvenuto nelle Filippine, con venti fino a 205 chilometri l’ora nell’isola di Luzon, nel nord dell’arcipelago. Al prezzo di decine di morti, oltre sessanta, senza contare una quarantina di dispersi. L’ecatombe è stata scongiurata grazie alla massiccia evacuazione, quasi novantamila persone, disposta dalle autorità nei giorni scorsi.
Dopo aver travolto le Filippine, il tifone ha investito il sud della Cina. Per sfuggire alle sue frustate, con venti fino a 160 chilometri orari, ben due milioni e 400mila persone sono state trasferite in zone più sicure nella provincia di Guangdong, la più popolosa del paese, dove è stata diramata l’allerta rossa, il livello più alto. Una quindicina i feriti a Macao, regione con amministrazione autonoma che vive di turismo e gioco d’azzardo che, per la prima volta nella sua storia, è stata costretta a chiudere i casinò.
A Hong Kong, negli altissimi ed avveniristici edifici commerciali in vetro e acciaio che costituiscono l’anima di questo polo finanziario mondiale, le finestre sono andate in frantumi, mentre miriadi di fogli di carta volteggiavano a spirale, prima di toccare terra tra i detriti.
La tempesta ha sconvolto anche i collegamenti aerei: oltre 800 voli cancellati soltanto a Hong Kong, velivoli a terra anche a Guangzhou, da Shenzhen a Zhuhai. Nella zona sono stati fermati tutti i treni ad alta velocità e sono state chiuse anche altre tratte.
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