Tirrenia, Gnv interessata: ma chi si accolla debito?

E segretario Uilt chiede a Matteoli il motivo della privatizzazione

"Un disastro di proporzione immane, molto peggio che Alitalia. La privatizzazione di Tirrenia costerà al governo una cifra enorme". Ne è convinto il presidente e ad di Grandi Navi Veloci, Silvano Cassano, che comunque non nasconde l’interesse del suo gruppo per la società il cui bando di gara è stato annunciato per metà settembre. All’Ansa il numero uno di Gnv, ha indicato i passi necessari: "Prima il bando, poi un commissario come per Alitalia, perché bisogna fare chiarezza sui numeri visto che l’ad Pecorini li nasconde da 25 anni. A chi resta sulle spalle il debito da 800 milioni di euro? Occorrerà fare una bad company e, come per Alitalia, servirà un accordo con i sindacati, nessuno è così pazzo da comprarla senza". Tirrenia, dice ancora Cassano, "ha tre grandi hub, Genova, Napoli, Civitavecchia, a noi interessa il polo di Genova per consolidare i nostri perimetri".
Polemica, al proposito, la posizione del segretario generale della Uiltrasporti Giuseppe Caronia: “i maggiori competitor di Tirrenia, avendo proprie flotte, proprie strutture e proprio personale, hanno come interesse prevalente non l’acquisizione ma l’eliminazione della Tirrenia, fatto salvo l’interesse a rilevare a prezzi fallimentari, qualche nave e qualche linea di particolare pregio e importanza. Come si evince dalle dichiarazione di Cassano, che si dice interessato solamente all’hub di Genova". Dunque Caronia chiede al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, di “spiegare al Paese quale sia l’interesse della collettività a privatizzare Tirrenia visto che, per sua stessa ammissione, verrebbero comunque mantenute le attuali sovvenzioni. Inoltre – aggiunge – è necessario chiarire anche la posizione, molto articolata, delle regioni interessate".

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