Internet non fa più paura agli operatori turistici. Anzi. Entrato nella seconda generazione, il cosiddetto Travel 2.0, si sta rapidamente trasformando in uno strumento interattivo in grado di integrare e potenziare le opportunità del business “tradizionale”. È lo scenario che emerge da due studi, la survey sugli Operatori Turismo 2.0 in Italia: scenario, trend, opportunità, condotta da Next Value, e il Rapporto e-Tourism 2008 realizzato dal MET – Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi in collaborazione con Mobissimo, entrambi presentati alla Bit di Milano.
Dal Rapporto e-Tourism 2008 arrivano alcune conferme e qualche sorpresa. Le conferme vengono dai paesi che generano transazioni online per il “prodotto Italia”: ai primi 5 posti troviamo Usa (38,7%), Francia (10,7%), Belgio (10,5%), Gran Bretagna (9,8%) e Italia (7,9%). Tra le motivazioni di viaggio degli acquirenti online, dopo come l’arte (70%) e, a diverse lunghezze di distacco, la natura (10%), troviamo invece scelte in parte inaspettate come il trekking (10%) il golf (6%) e le Spa (4%). Ma le sorprese maggiori le riservano i comportamenti di acquisto dei navigatori italiani. Ben l’85%, quando acquista prodotti turistici online, preferisce farlo da un sito di intermediazione piuttosto che da un operatore diretto (15%).
Un volume di business che, però, finisce per lo più all’estero: il 62% dei siti utilizzati dagli acquirenti online italiani hanno base in Usa e il 16% in altri paesi europei, mentre meno di un terzo (30%) in Italia.
Chiare le ragioni dell’interesse mostrato dagli operatori italiani per il Travel 2.0 secondo la survey di NextValue. Nel 2008, i dati della ricerca, il booking online ha riguardato il 29% dei 246 miliardi di euro dell’intera industria europea dei viaggi e in Italia continua a crescere più velocemente rispetto alle medie europee, con un tasso atteso del +22% fino al 2010.
Per quasi un terzo del panel intervistato da NextValue, l’adozione di practice di Travel 2.0 è di grande importanza (in particolare, “molto significativa” per il 27% e “indispensabile” per il 3%).
Circa la metà degli operatori ha già intrapreso azioni: l’8% ne fa un uso esteso, il 25% lo utilizza in particolari aree, un altro 8% ha realizzato sviluppi parziali e il 4% ha allocato un budget. La metà rimanente ha risposto che prevede di adottare un progetto di Travel 2.0 entro i prossimi 12 mesi o che ne sta discutendo l’adozione.