martedì, 19 Novembre 2024

Trovati alcuni resti dell’Airbus scomparso lunedì

Sull’Oceano continuano ricerche dei corpi delle vittime e scatole nere

Finalmente sono stati trovati i primi resti dell’Airbus A330 di Air France scomparso dai radar lunedì scorso con 228 passeggeri a bordo. Lo Stato maggiore delle forze armate francesi non ha più alcun dubbio sull’origine dei resti trovati nell’ Oceano Atlantico anche se è ancora necessaria una “conferma formale”. I resti – un sedile, alcune parti del velivolo e delle chiazze di carburante – si trovano a un migliaio di chilometri dalla costa brasiliana e a circa 2000 chilometri da quella senegalese. Intanto la zona continua ad essere sorvolata da altri voli militari francesi, tra cui quello di un aereo-radar che effettuerà una ”cartografia” dei resti per tentare di determinare il luogo dell’incidente e quindi permettere il recupero della scatola nera. E non si ferma neppure la ricerca dei corpi delle vittime del peggior disastro aereo dal 2001 quando un jet dell’American Airlines è caduto a New York uccidendo 260 persone. Intanto il Bea (Ufficio delle indagini e delle analisi per la sicurezza civile) ha confermato che l’Airbus “non aveva problemi prima della partenza” e ha annunciato che un primo rapporto sull’incidente sarà pubblicato entro il mese di giugno nonostante un certo pessimismo sul ritrovamento delle scatole nere dell’A330. Sulle cause della tragedia il direttore Paul-Louis Arslanian non si è sbilanciato: “non confermo né smentisco nessuna ipotesi. Era una situazione temporalesca”, ha risposto a chi gli chiedeva se l’aereo era stato colpito da un fulmine come anticipato in un primo momento da Air France. Il Bea dipende dal ministero dei trasporti francese ed è incaricato di condurre l’inchiesta, la cui responsabilità è affidata al governo d’oltralpe.

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