Turiste uccise in Marocco, prende piede pista terrorismo

Potrebbe essere stato un attacco terroristico quello che ha ucciso le due turiste scandinave in Marocco. A rafforzare il sospetto che la polizia inizialmente sembrava aver abbandonato è stata la diffusione via web del video della decapitazione delle due ragazze, i cui cadaveri sono stati ritrovati alle pendici del Monte Toubkal, a una settantina di chilometri da Marrakech. Nel video si vede un uomo armato di coltello ripreso nell’atto di decapitare una delle due donne.

Le due studentesse sarebbero state violentate e poi sgozzate, nella piana di Imlil, a 10 chilometri dal centro abitato da cui partono i trekking per il turismo d’alta quota. Louisa Jesperen, studentessa danese, 24 anni e Maren Ueland, norvegese, di 28, volevano raggiungere la vetta del Toubkal e per questo avevano piazzato la loro tenda sulla piana di Imlil. Ma qualcosa è andato storto nella notte tra domenica e lunedì. L’allarme scatta lunedì, di mattina presto, quando un passante nota i corpi delle due ragazze.

Sulle prime gli investigatori seguono le tracce di quella che sembra una gang di ragazzi male organizzata. Nella fuga uno perde il portafogli e porta così la polizia direttamente a casa, in un quartiere di periferia a Marrakech. Scattano gli arresti e pian piano si profila la banda di quattro presunti complici. Ma ieri pomeriggio, via web, la svolta: il video che mostra la scena della decapitazione. Le immagini riprendono anche un altro uomo vicino al cadavere della seconda ragazza e di sottofondo le voci di un terzo e quarto complice che urlano “vendetta”.

Se si confermasse la pista terroristica, sarebbe il terzo attacco in Marocco, dopo quello del 28 aprile 2011 al Café Argana di Marrakech, che ha fatto 17 morti, e gli attentati di Casablanca dell’11 maggio 2003, con un bilancio di 47 morti.

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